CR7, i dolori del non giovane

Paolo Franci

Io capisco l’aridità dei procuratori e il loro machiavellico mantra: il fine giustifica i mezzi. E capisco pure il ritrito adagio secondo il quale nel calcio non ci sono più gagliardetti, figuriamoci le bandiere. E capisco pure che oggi al tifoso puoi fare di tutto, dopo averlo trasformato in tifoso-commercialista che gode se gli vendono un campione perchè l’importante è la riga dei ricavi del club nel foglio di excel. E chi se ne frega se faceva 30 gol a stagione. Però c’è un limite. Cioè vivaddio ce n’è ancora qualcuno. E ci si è scottato il potente (scrivono sempre così, ’potente’, quindi lo scrivo anche io) agente di Cristiano Ronaldo, Jorge Mendes. Lui, il "potente", l’ha offerto all’Atletico Madrid. Ora, va bene tutto e va bene che il Cholo Simeone faccia il guerriero colchonero da un lato mentre dall’altro se lo sarebbe andato a prendere in braccio ma insomma, offrire il simbolo madridista della ’Decima’ e di tante battaglie da odiato nemico, mi pare troppo. E infatti, sotto la bandiera – questa sì – in forma di hashtag #ContraCR7, si sono riunite le moltitudini biancorosse che a Mendes hanno risposto con insulti e pernacchie, minacciando di strappare la tessera. No, CR7 non lo vogliono anche se – commovente... – disposto a tagliarsi l’ingaggio del 30%. E non lo vuole lo United, non lo vuole il Bayern, non lo vuole il Chelsea. Cristiano, un tempo re, oggi "una vecchia scoria da ospizio", come ha scritto sui social un tifoso colchonero.

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