Dal ’nuovo Marocchi’ Menegazzo al muro Diop: attenti a quei cinni

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di Giacomo Guizzardi

Per il futuro? Direzione Casteldebole. Dopo sette anni di gestione Saputo, entrato prepotentemente a livello economico nella gestione del settore giovanile del Bologna, i risultati, per ora quelli sportivi, iniziano a vedersi. Per l’Under 17 di ‘ieri’, vittoriosa in finale Scudetto, è necessario programmare anche il ‘domani’, che vedrà i classe 2005 approdare in Under 18 per provare a giocarsi nuovamente il titolo.

Da risolvere c’è la questione allenatore, con Magnani che verrà promosso nello staff di Mihajlovic e con la poltrona che rimarrà quindi libera, con Biavati che potrebbe compiere il terzo salto in tre stagioni e continuare a guidare i suoi ragazzi. Ma il domani ha bisogno anche di una visione che vada maggiormente lontana: di questa gestione si è sempre toccato il tasto dolente della mancata ‘creazione’ di giocatori utili per la prima squadra, e i classe 2005, congiuntamente ai 2004 sconfitti in finale Scudetto, saranno attenzionati speciali, proprio per capire chi tra di loro potrebbe servire da serbatoio per il calcio dei grandi. A partire dal capitano, Daniel Ferrante, sostituito all’intervallo della finalissima e poi presente nel momento in cui c’era da sollevare la coppa e dare il via ai festeggiamenti: arrivato a Bologna nell’agosto del 2019 dal Modena, è pronto a indossare la fascia da capitano anche l’anno prossimo; al suo fianco ci saranno Lorenzo Menegazzo, eroe della serata di Ascoli, mediano strutturato fisicamente e dai piedi fini, ex Cittadella, e soprattutto Manuel Rosetti. Mezzala ‘tascabile’, ma solo per la statura, arrivato dal Cesena dopo il fallimento della società bianconera, l’istantanea del suo modo di giocare a calcio è tutta nel gol del pareggio contro l’Inter: scatto per recuperare il pallone, stop da applausi e cambio di campo col suo mancino. Lunedì sera, su Sky, è stato definito il ‘nuovo Marocchi’ proprio dall’ex centrocampista del Bologna: subito battezzato.

Arretrando di qualche metro c’è Saer Diop: difensore centrale, nato in Senegal e trasferitosi a Russi, vicino a Ravenna, la maglia dell’Inter la ha vestita, ma senza eccessiva fortuna. A Bologna è arrivato via Imolese, dopo la parentesi in nerazzurro, e la prova monumentale di lunedì sera, condita dall’assist per il 2 a 2, avrà fatto aumentare i rimpianti dalle parti di Appiano Gentile. Il passato, fatto di due anni di campionati proseguiti a spizzichi e bocconi a causa della pandemia, è alle spalle: ora sguardo al futuro, che dietro l’angolo può nascondere, perché no, anche la Serie A.

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