Dalla Nba ai turchi: Scariolo, missione compiuta

Il coach nel segno di Messina, Boniciolli e Djordjevic. Il primo trionfo in Coppa delle Coppe nel 1990 a Firenze, poi la Champions ad Anversa

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di Alessandro Gallo

Tre vittorie (la prima Coppa delle Coppe, trentadue anni fa, e i successi trionfi in Coppa dei Campioni) con Ettore Messina in panchina. Poi l’Eurochallenge di Matteo Boniciolli e infine, tre anni or sono, la Fiba Champions League con Sale Djordjevic alla guida. Come i tre moschettieri che in realtà erano quattro, anche i tecnici bianconeri capaci di portare a casa un trofeo internazionale raggiungono il poker, grazie a Sergio Scariolo, che aveva inaugurato questa nuova parentesi italiana conquistando subito la Supercoppa, all’Unipol Arena, prima di riportare la Virtus in Eurolega, nel torneo europeo più seguito e apprezzato.

Sei trofei per un club che, a questo punto, ha messo a posto anche il bilancio vittorie-sconfitte, portandolo in una situazione di perfetta parità, sei successi e altrettanti ko.

Il primo successo matura proprio in Italia: dopo due sconfitte consecutive, nel 1978 (Coppa delle Coppe) e nel 1981 (Coppa dei Campioni) ecco il primo trionfo firmato Ettore Messina. La Virtus arriva a Firenze, per la finale di Coppa delle Coppe, per sfidare la leggenda Real Madrid. E’ il 13 marzo 1990, la Virtus ci arriva con il sostegno di migliaia di bolognesi.

E il sostegno non manca nemmeno quando, durante la gara, si rompe Roberto Brunamonti, il capitano, costretto a guardare il resto della partita da spettatore, perché infortunato. Ci sono altre frecce per i colori bianconeri: Sugar Richardson, Clemon Johnson, Claudio Coldebella, Augusto Binelli, Vittorio Gallinari. E’ il 79-74 che regala il primo sorriso internazionale alla Virtus.

Da un muro di tifosi a un altro. Solo che, se Firenze è dietro l’angolo, Barcellona non è proprio vicinissima: il 21-23 aprile 1998, dopo aver superato la Fortitudo di Valerio Bianchini nel quarto di finale, la Virtus si ripete in Spagna.

Prima cancella dal campo il Partizan Belgrado, già battuto due volte durante la stagione regolare, poi, davanti a seimila tifosi bianconeri, c’è il bis con l’Aek Atene. Finisce 58-44 con una tripla di Zoran Savic. Nel gruppo, allenato da Messina, ci sono Rigaudeau, Danilovic, Sconochini, Nesterovic, Crippa, Morandotti, Ravaglia, Binelli, Abbio.

Il bis con l’Eurolega è il 10 maggio 2001: è la stagione del Grande Slam. E’ l’anno della separazione tra Fiba ed Eurolega. La Virtus, che è uno dei soci fondatori, si trova in finale con il Tau Vitoria. Finale al meglio delle cinque gare: e servono tutte fino all’82-74.

Prima ci sono il 65-78 (con l’impossibilità di schierare l’infortunto Griffith) poi il 94-73, 80-60, 79-96. I protagonisti sono Ginobili, Rigaudeau, Abbio, Griffith, Jaric, Frosini, Bonora, Smodis, Andersen, Ambrassa.

Il 26 aprile 2009 Keith Langford è l’mvp, a Casalecchio c’è il successo sullo Cholet che porta in bacheca l’Eurochallenge. Finisce 77-75 per la gioia di capitan Giovannoni.

L’ultimo trionfo? Ad Anversa, in Belgio. E’ il 5 maggio 2019: la vittoria su Tenerife 73-61 vale la conquista della Champions League Fiba con la firma di Aradori, Punter, Taylor, Chalmers e di un giovanissimo Alessandro Pajola, non ancora maggiorenne e per questo confinato in panchina, ma già con i segni del predestinato.

E’ lui capitan Futuro.

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