Dalmonte fa una carezza ai suoi "Bravi, era dura gestire la tensione"

Migration

di Giacomo Gelati

"Quello che è successo non sarà il canovaccio della stagione, devo prendere la mano con la gestione delle rotazioni e dovete darmi il tempo necessario".

Riassume così il primo successo stagionale coach Luca Dalmonte, che evidenzia le due facce della sua Fortitudo fra il primo e il secondo tempo. "Era evidente che abbiamo giocato con una squadra che ha avuto un grande impatto e le idee più chiare ed efficienti. Ma è altrettanto vero che abbiamo giocato contro 6 avversari: il sesto era la nostra emotività, la tensione, con l’additivo che eravamo preoccupati troppo a pensare e poco a giocare. Ma è un percorso normale e fisiologico, che in un momento di accumulo di tante richieste e informazioni ha bisogno di un tempo per metabolizzarle".

Dal -23 alla cavalcata finale. "All’inizio non siamo riusciti a fermare questo impatto e abbiamo cercato di liberarci dalle catene emotive. Nei secondi 20’ eravamo sempre noi, ma è successo che abbiamo lasciato il sesto avversario in spogliatoio: contestualmente loro hanno abbassato e noi alzato. Credo che non abbiamo fatto cose straordinarie, ma solo limitato le cose difficili. Abbiamo giocato senza pensare". L’importanza di orchestrare il nuovo organico biancoblù. "Ho detto alla squadra che noi abbiamo 11 giocatori con un bagaglio di energia e qualità che non devono calare nelle rotazioni. Dobbiamo essere in grado di non far calare questa energia e dovete darmi il tempo per prendere la mano. Manca ancora la brillantezza, ma ne siamo consapevoli e ci lavoreremo. Con Chiusi c’è stata una spesa emotiva razionale e non isterica. Per noi l’importanza della Supercoppa è relatva, ma ci deve servire come precampionato organizzato. Cucci? Per è ora è sotto controllo e monitorato".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro