Durham, atto di fede: "Amo la Fortitudo"

Il playmaker biancoblù si racconta: "Leggo il Vangelo e in campo ci metto il cuore. Stregato da questa città e dai tifosi della Effe"

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di Massimo Selleri

Bologna

"Tutto quello che fai, fallo con tutto il cuore per il Signore". La citazione preferita di Jabril Durham, il playmaker statunitense della Fortitudo, arriva da una pagina del nuovo testamento nella traduzione evangelica protestante e per la precisione dalla Lettera ai Colossesi, uno dei brani che più si presta a diverse interpretazioni, ad esempio nella tradizione cattolica la frase suona così: "Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini". La religione ha un posto importante nella vita del leader biancoblù, tanto da aprirne la giornata.

"Prima di fare colazione - spiega Durham - leggo una pagina del Vangelo, poi prendo una tazzina di caffè. Questo è il modo migliore per cominciare".

Mescolando il sacro con il profano, qui a Bologna ha incontrato un’altra fede, quella del popolo della Effe nei confronti della squadra. Come è stato il primo impatto?

"Fantastico. I nostri tifosi della Fortitudo sono davvero incredibili, mischiano la passione con la competenza e per questo sanno quello che puoi dare e ti aiutano a farlo con il loro calore. Ti chiedono solo di giocare duro e con il cuore, ed è quello che provo a fare in ogni partita. Io voglio vincere soprattutto per loro perché apprezzano i giocatori che lavorano duro e che danno il massimo per la squadra".

Di lei sappiamo molto poco. Può descriversi?

"Sono nato a Desoto nel 1994 e ho iniziato a giocare a basket all’età di 5 anni. Da bambino il mio sogno era quello di fare il cardiochirurgo, poi crescendo ho capito che la pallacanestro era la mia strada. Mi è sempre piaciuto far parte di una squadra e sentirmi all’interno di un progetto. Questo è stato uno dei motivi per cui ho accettato la chiamata della Fortitudo. Il coach Antimo Martino mi ha subito detto che qui il mio compito primario sarebbe stato quello di coinvolgere i miei compagni mettendoli sempre più in ritmo. Ed è questa la cosa che, da sempre, prediligo fare".

Le piace Bologna?

"Tantissimo. E’ una città storica che ha molto da offrire e che sto scoprendo molto lentamente visitando i vari luoghi. La ritengo perfetta perché è a misura d’uomo e ha una caratteristica importante: per ogni necessità si trova una soluzione senza doversi spostare troppo. Onestamente su questo avevo preso diverse diverse informazioni perché sono sposato e diventerò papà di un bambino. E’ rassicurante sapere che quando sei in allenamento o giochi in trasferta, la tua famiglia non avrà nessuna difficoltà".

Cosa pensa della squadra?

"La amo perché credo che giocare a pallacanestro non sia solo un lavoro, ma uno ci debba mettere anche il cuore, altrimenti non darà mai il massimo. Mi piace il nostro coach, il modo in cui ci allena responsabilizzandoci e fornendo sempre le giuste indicazioni. Inoltre, ho trovato compagni di squadra davvero disponibili e con i quali è bello potersi confrontare. Possiamo e dobbiamo ancora crescere tanto e lo faremo".

Dove dovete crescere?

"Per non sprecare tutti quello che facciamo in attacco, noi dobbiamo lavorare molto soprattutto sulla fase difensiva, e soprattutto sulle marcature nel pick and roll. È lì che dobbiamo migliorare anche in proiezione futura, perché se subiamo 85-90 punti a partita è difficile vincere. Sono assolutamente convinto, però, che il lavoro alla lunga pagherà e potremo migliorare la nostra posizione di classifica. Questa squadra ha le potenzialità per riuscirci e credo che già domenica a Trento potremo far vedere quanto stiamo ci stiamo allenando bene in palestra durante la settimana".

Ha un giocatore preferito?

"Credo che chiunque giochi nel mio ruolo non possa non ammirare Stephen Curry. E’ sicuramente il playmaker più forte al mondo. Io poi sono un tifoso dei Golden State Warriors, per cui questa scelta è ancora più sentita".

Il 19 dicembre si gioca il derby contro la Virtus. Cosa conosce di questa partita?

"So che è una gara importantissima per i tifosi e per la società e noi per arrivarci preparati dobbiamo non pensarci ora, ma quando sarà il momento. Adesso la nostra partita da vincere è quella di Trento e poi sarà quella successiva. Solo così arriveremo nel migliore dei modi al derby".

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