Faouzi, il pugile che ha sfidato i lupi dei Balcani

Il giovane boxeur ha percorso a piedi migliaia di chilometri per arrivare in Italia: "È stato un viaggio durissimo, ora diventerò il migliore di tutti"

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di Gianluca Sepe

Nahi Faouzi ha il volto scanzonato di chi affronta la vita di petto, con coraggio e senza mai lasciarsi abbattere da ciò che il destino ha in serbo. Un destino che ha fatto incrociare la sua strada con quella di Moreno Barbi, maestro e factotum della Regis Bologna, un’istituzione della boxe cittadina e una realtà consolidata nel panorama nazionale. "Moreno rappresenta tante cose per me – racconta Faouzi – è mio padre, è mia madre. Quando ho bisogno di qualcosa vado subito da lui. Mi ha accolto e dato tutto". Per il giovane boxeur marocchino l’approdo all’ombra delle Due Torri non è stato soltanto un punto d’arrivo ma l’opportunità di coltivare un sogno: essere campione, non uno dei tanti ma il più forte di tutti. Per inseguirlo, Faouzi ha attraversato i Balcani a piedi, un viaggio di oltre un anno e mezzo, cominciato a soli 17 anni. La storia del pugile nordafricano comincia in Bulgaria, durante la preparazione dei Mondiali Youth con la sua nazionale: Faouzi è già una stella, lo si vede da come si muove sul ring. A lui però il Marocco sta stretto, perché non intravede possibilità reali di crescita. Lui vuole essere il migliore e per farlo vuole andare in Italia: decide così di abbandonare la nazionale e il suo paese natale, saluta la famiglia mettendosi alle spalle tutto e parte per un viaggio che si rivelerà un vera e propria odissea.

"Ho parlato con la mia famiglia per l’ultima volta dopo aver ottenuto un permesso dicendo che mio padre stava male, volevo salutarli perché non sapevo quando li avrei rivisti. E’ stata durissima. Sono partito però perché sapevo che in Marocco per me non c’era alcun futuro". Dalla Bulgaria crede di poter arrivare facilmente nel nostro Paese, ma senza documenti per lui si fa tutto più complicato. Parte a piedi, con gli occhi che brillano e tanta determinazione, la stessa che mette ogni volta sul ring. Trascorre diverse notti nei boschi, al freddo, dorme perfino sugli alberi per scappare ai lupi tra Serbia e Slovenia, fino a che non viene arrestato, non una ma diverse volte, vedendosi rispedire indietro. La forza di volontà che lo contraddistingue però fa da padrona e così Faouzi si rimette in viaggio, ancora e ancora, fino a che non riesce a salire su un vagone che trasporta granaglie assieme ad alcuni ragazzi conosciuti durante il cammino.

Per 8 giorni rimane sul treno che lo porta a Battipaglia (Salerno). Finalmente è in Italia. Da qui parte per Bologna. In città non perde tempo e grazie ad alcune amicizie cerca subito di salire sul ring, è quello della Regis dove l’esperienza di Moreno Barbi non gli fa sfuggire l’occasione: allenare quel talento cristallino. Inizia una nuova partita per il ventiduenne marocchino, quella della burocrazia: "Le difficoltà ci sono state perché è arrivato da clandestino, appena compiuti i 18 anni – racconta Barbi – Alla fine però grazie a una sanatoria per colf, badanti e lavoratori dell’agricoltura, l’ho assunto. Ora manca solo un documento per il permesso di soggiorno provvisorio. Sarebbe un ulteriore step per regolarizzare la sua posizione". Faouzi ripaga Barbi e la Regis nell’unico modo che conosce, boxando. A luglio vince il titolo italiano Under 22 nella categoria 75 chili, conquistando di fatto il diritto di partecipare agli Assoluti, nonostante un infortunio alla mano patito ad inizio manifestazione. Il segno che Barbi ci aveva visto giusto: "Nella mia testa lui può arrivare alle Olimpiadi. Con una buona preparazione il sogno può diventare realtà".

E lo stesso atleta marocchino non pone limiti alla sua carriera, dopo avere lottato fuori dal ring per ottenere ciò che voleva: "Non è facile raccontare la mia storia. Ho fatto una scelta importante, quando sono arrivato a Bologna non ho dormito per un giorno intero. Ero troppo felice. Sono sei anni che non vedo la mia famiglia, spero di guadagnare abbastanza per poterla riabbracciare. Qui però c’è il mio futuro, un giorno potrò avere una casa e una famiglia mia, ma sopratutto ho la boxe. E’ la mia vita e voglio diventare il migliore al mondo".

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