Fortitudo Bologna retrocessa in A2: tutti i perché del fallimento

Il giorno dopo il ko con Napoli che ha sancito lo sprofondamento in A2, tutti sono sul carro degli imputati. Ecco cosa non ha funzionato in questa disgraziata stagione e qual è il futuro del club

Il tifo fortitudino ha duramente contestato il club al termine del match con Napoli

Il tifo fortitudino ha duramente contestato il club al termine del match con Napoli

Bologna, 2 maggio 2022 - Il risveglio post-Napoli è forse più desolante dell’epilogo che ieri sera ha visto

Approfondisci:

Fortitudo Bologna retrocessa in A2

Fortitudo Bologna retrocessa in A2
fra i fischi del suo pubblico (la Fossa dei Leoni ha esposto lo striscione: “Liberate la Fortitudo”), tre anni dopo l’agognata riconquista della massima serie: più desolante perché, col peso dello sconforto sulle spalle, c’è ancora da giocare l’ormai superflua sfida contro Reggio Emilia, domenica alle 20,45.

Leggi anche Muratori: "Ci iscriveremo in A2"

Come espresso ieri sera nel dopogara da Antimo Martino, passato dall’essere l’alfiere della storica promozione al coach del declassamento, le disamine si faranno successivamente a bocce ferme per avere un quadro completo in vista dei futuri scenari societari: tuttavia, dopo 9 sconfitte casalinghe (record negativo per una piazza che fa del fattore campo un’arma in più), e un’annata tanto tormentata, qualche considerazione è necessaria.

L'addio di Repesa e il 'rimpasto' di giocatori

Risalire al peccato originale è complesso, ma la fuga improvvisa di coach Jasmin Repesa (arrivato dopo i rapidi avvicendamenti fra Antimo Martino, ‘Meo’ Sacchetti e Luca Dalmonte) e tutto il rimpasto successivo, fra i numerosi arrivi e partenze (5 i giocatori cambiati, 6 se si considera la grottesca vicenda-Groselle), non hanno permesso alla squadra di lavorare in maniera stabile e di edificare un’identità di gruppo (emblematico il silenzio di capitan Mancinelli). “Se siamo qui sicuramente degli errori sono stati fatti -ha detto il coach nel dopogara-, bisogna riconoscerlo e metterci la faccia: quando si vince il merito è di tutti, e quando si perde è colpa di tutti. Il basket è uno sport di squadra, oggi retrocediamo tutti e non ha senso dire altro. Ci sarà tempo per metabolizzare”.

Il 'tradimento' degli uomini chiave

A rendere ancora più amaro l’epilogo è stato l’eclissarsi di giocatori chiave nel momento del bisogno, su tutti Aradori (4 punti) e Benzing (1 punto), e una prestazione offensiva clamorosamente sotto media per una squadra che viaggia a oltre 80 punti di media (ieri 4/25 da tre e 10/18 ai liberi). “Il paradosso è che a tradirci è stato l’attacco, che preso dall’emozione e dalla tensione è venuto meno. Il rammarico aumenta perché eravamo riusciti a contenere Napoli. Abbiamo sofferto a rimbalzo, tirato malissimo da tre, sbagliato 8 tiri liberi, che neanche a farlo apposta sono la differenza di punteggio finale: i crampi di Fantinelli ci hanno poi tolto un giocatore con impatto difensivo. Negli ultimi minuti sarebbe servito qualcosa in più per portare a casa il risultato in una gara non bella, come forse era da aspettarsi. I giocatori che di solito danno un contributo importante sono venuti meno, ma ribadisco: l’esito di questo campionato è la conseguenza di tante cose, ma preferisco vedere il complesso perché magari gli stessi che oggi non hanno fatto bene avevano fatto bene in altre gare”.

Il futuro e il rebus societario

Sul futuro è presto esprimersi con certezza, ma servirà in primis salvaguardare lo stato di salute societario (ristrutturazione del debito per la preservazione della continuità aziendale), per poi passare a organigramma e giocatori. “Il futuro? Non saprei come rispondere, non è il momento. Ci sono stagioni positive e negative, serve far tesoro di entrambe e cercare di dare sempre il massimo riconoscendo gli errori. E questo vale per me come per tutti. Da cosa ricominciare? È un discorso più ampio che coinvolge la società, farlo subito dopo una sconfitta così pesante è presto. Di certo la certezza è che la Fortitudo merita di giocare in serie A, perché la serie A è più bella se c’è anche la Fortitudo, ma lo sport è così. La cosa da fare è accettare anche questa stagione e avere il desiderio di ritornare in serie A”.

Il dispiacere per il proprio pubblico (ieri presenti al PalaDozza Dalibor Bagaric, Vincenzo Esposito e Nazzareno Italiano), che si spera possa essere anche in A2 il plus della Fortitudo. “Dispiace molto per l’epilogo della partita -ha detto il tecnico molisano-. Eravamo costretti a vincere per poter provare a sperare nell’ultima giornata di raggiungere una salvezza che volevamo. Non averlo fatto chiaramente non ci rende felici. Non è semplice e credo in questo momento non avrebbe senso fare analisi approfondite. Dispiace perché volevamo salvarci: per noi stessi e per tutte le persone che vogliono bene alla Fortitudo e a cui volevamo lasciare la squadra in serie A”.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro