San Giovanni in Persiceto (Bologna), 1 settembre 2024 – A tu per tu, nel centro sportivo di via Castelfranco a San Giovanni in Persiceto, con Gaia Giovannini, la pallavolista persicetana 22enne, campionessa olimpionica a Parigi 2024. E’ appena rientrata da una breve vacanza a Cervia ed ha già ripreso gli allenamenti con la sua squadra, Vallefoglia, a Pesaro. Ma ha avuto il tempo per rientrare nel week end a Persiceto.
Cosa ha provato a partecipare all’Olimpiade di Parigi?
“Riuscire a vincere una medaglia d’oro è qualcosa di inaspettato. Potresti solo sognare di farlo. Per quanto riguarda la convocazione olimpionica avevo praticato allenamenti ad aprile, quindi stop; poi a maggio sono stata chiamata nelle fasi finali della Vnl a Bangkok. Successivamente la chiamata all’olimpiade. Quando Velasco mi ha detto che ero nella squadra azzurra non ho saputo trattenere le lacrime”.
Come si è sentita durante la competizione olimpica?
“Penso che l’olimpiade sia il sogno di ogni atleta. E riuscire a partecipare a questa competizione ti trasmette una estrema fiducia e ti senti importante. Non eravamo all’interno del villaggio olimpico, per scelta dell’allenatore, ed eravamo in un hotel con i giocatori del tennis. Ma sapere che sei partecipe alle olimpiadi con altri atleti forti e importanti ti rendi conto che stai facendo qualcosa che va al di fuori di tutto ciò che ti puoi aspettare. Ed è stato stupendo vedere tanti atleti da tutto il mondo. Mi sono sentita parte di qualcosa di fuori dall’ordinario”.
Cosa ha cambiato in lei l’oro olimpico?
“In questo momento non mi sento troppo cambiata. Ma certamente questa esperienza mi ha trasmesso una grandissima fiducia e causato una certa notorietà. Ho cercato di rispondere a tutti i messaggi che ho ricevuto. Persone che non conosco mi scrivono sui social per complimentarsi o mi fermano in giro per fare una foto. Non mi sembra reale”.
Quali sono i suoi prossimi obiettivi?
L’obiettivo principale è quello di migliorare ogni anno sempre di più. Di poter raggiungere il mio massimo. Questo per quanto riguarda la pallavolo. Per quanto riguarda lo studio, mi sto impegnando, sto studiando Scienze Motorie, ho quasi finito. Mi piacerebbe diventare personal trainer o nutrizionista. Vedrò alla fine della mia carriera di pallavolista. Intanto ho già ricominciato ad allenarmi con Vallefoglia in vista di un campionato che vorremmo vivere con ambizione. Il sindaco di San Giovanni vuole organizzare un evento a breve per festeggiarmi e ci stiamo organizzando in tal senso. Mi ha fatto un enorme piacere perché sono persicetana e qui ho i miei amici storici. Il 23 settembre poi saremo ricevute dal presidente Mattarella a Roma”.
Velasco…
“Velasco lo ringrazierò sempre per la fiducia che ha riposto in me. Ci è stato molto di aiuto, perchè ha sempre creduto in noi e ci ha trasmesso fiducia. Ci diceva sempre “qui e ora”, nostro motto. Ci ha fatto sempre percepire la sua illimitata fiducia. Era chiaro che credesse nelle potenzialità della squadra ma in senso positivo. Ha lasciato margini di autonomia in partita e in allenamento. Il motto “qui e ora” è stato fondamentale: ci ha chiesto di vivere solo il presente, senza pensare al passato ma neppure a quello che sarebbe successo in futuro”.
La sua famiglia che ruolo gioca?
“Diventare pallavolisti a Bologna non è facile, arrivi a un punto in cui devi lasciare la provincia per crescere. Per fortuna ho avuto genitori presenti e pronti a sacrificarsi in nome della mia grande passione. Debbo ringraziarli profondamente perché hanno sempre creduto in me. Senza la fatica che hanno fatto i miei genitori e i loro sacrifici, non ce l’avrei mai potuta mai fare”.