Giacobazzi e la cometa rossoblù: "Prima o poi la svolta arriverà"

Il comico apprezza molto lo ‘sburone’ Mihajlovic: "Ha un’aura speciale e sa farsi rispettare nello spogliatoio"

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di Massimo Vitali

PINZOLO (Trento)

"Da tifoso del Bologna non vedo l’ora di stringere la mano a Mihajlovic sul palco. Poi spero che non esageri con la stretta: vorrà dire che prima cercherò di ingraziarmelo dicendogli che lo ammiro da sempre".

Attore, cabarettista, comico. Con quella capacità, fatta arte, di saper prendere in giro se stesso e il mondo. Giuseppe Giacobazzi da tempo ha smesso di farsi chiamare Andrea Sasdelli (il nome all’anagrafe), ma non ha mai smesso di seguire con affetto le vicende del Bologna. Il romagnolo che ha i natali a Lugo, ma che da cinquant’anni ha messo radici sotto le Due Torri domani sera salirà sul palco allestito in piazza Carera a Pinzolo, con uno spettacolo che farà seguito alla chiacchierata pubblica tra Mihajlovic e i bambini (diretta su Trc alle 20,30).

Giacobazzi, che cos’è Bologna per lei?

"La città in cui vivo da quando ho nove anni. Considerato che oggi ne ho cinquantotto posso dire di essere bolognese da mezzo secolo".

Bolognese di Borgo Panigale.

"Località Birra, per la precisione: si vede che il mio destino è vivere a due passi dall’aeroporto. Oggi infatti ho casa a Calderara e continuo a vedere aerei che atterrano e decollano".

Lei ha visto anche com’è cambiata in questi anni la città.

"Ho avuto la fortuna di vivere la Bologna più bella di sempre. Anni fantastici, quando uno scippo faceva notizia e una ragazza poteva girare da sola in piena notte che non le succedeva nulla. Concerti, discoteche, osterie aperte fino all’alba: uscivi la sera e sapevi che c’era sempre qualcosa di bello da fare".

In quegli anni ha visto anche un bel Bologna.

"Il Bologna di Savoldi, il grande Beppegol, è stato il mio primo amore. Poi è arrivato l’anno di Baggio: quanto mi sono divertito. Non tante volte dal vivo però. Avevo cominciato ad andare allo stadio, ma ho visto troppe sconfitte: così ho smesso".

Se si parla di amore per il Bologna non si può non citare il suo amico Duilio Pizzocchi.

"Duilio è tifosissimo. Una volta al Dall’Ara abbiamo fatto insieme il collegamento per ‘Quelli che il calcio’. Il Bologna vinse e ci portarono in trionfo".

Ai tifosi del Bologna in effetti basta poco per sognare: oggi sognano Arnautovic.

"Noi tifosi ogni anno è come se aspettassimo il passaggio della cometa di Halley, la svolta che possa cambiare definitivamente le cose in meglio. Però sono tra quelli che pensano che Mihajlovic in questi anni abbia fatto un buon lavoro".

Sinisa non è un po’ ‘sburone’ a volte?

"Sinisa ha un’aura speciale e di tutto rispetto, che si è conquistato negli anni. A me è sempre piaciuto, anche prima che arrivasse a Bologna. Certo è uno che quando dice le cose non ama l’arte della mediazione.... Anche nello spogliatoio immagino".

Quindi è soddisfatto del percorso della squadra?

"Diciamo che salvarsi va bene, ma sarebbe bello poter lottare per qualcosa di più: Bologna è una piazza che se lo merita. E invece una domenica facciamo la partita della vita e la volta dopo, quando speri di poter svoltare, ci distraiamo...".

Il rapporto tra lei e il calcio?

"Ho girato tutti i ruoli, l’ultimo è stato quello del portiere: tibia e perone fratturati in un colpo solo, così ho pensato bene di smettere".

Ha mai fatto uno spettacolo davanti una platea di tifosi del Bologna?

"Mai: per me è un’esperienza inedita. Tra l’altro sto girando per Netflix la terza stagione di Summertime e non era scontato che mi concedesso la parte. Nonostante ciò mi è stata data la possibilità di fare la serata di Pinzolo e ho accettato con entusiasmo".

Come si presenterà sul palco?

"Con un solo grido: forza Bologna, sempre!".

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