Guido Leonardi, dall’A1 di pallanuoto ai banchi di Stanford

Il 18enne campione di pallanuoto, protagonista della promozione con la De Akker, va in America: "Un’esperienza di vita irrinunciabile"

Guido Leonardi in acqua con la De Akker

Guido Leonardi in acqua con la De Akker

Bologna, 21 luglio 2022 - Che un giovane italiano vada a fare l’università negli Stati Uniti non è sicuramente un caso unico, ma certamente non comune, che ci vada per andare a giocare a pallanuoto è sicuramente una situazione invece decisamente particolare. E’ il caso di Guido Leonardi dall’Occa dell’Orso, diciottenne bolognese che si appresta a vivere la sua avventura a stelle e strisce in California nella prestigiosa Università di Stanford. Un percorso con la pallanuoto, o waterpolo come meglio lo definisco oltreoceano, iniziato quasi per caso, proseguito alla piscina Sterlino alla Rari Nantes e definitivamente sbocciato con la De Akker in serie A2 culminato prima con la vittoria del campionato e la promozione di A1 e poi con la chiamata del prestigioso college americano. "Ho iniziato quasi per caso 8-9 anni fa – conferma Guido Leonardi – mi sono rotto il tallone sciando, così per fare attività sportiva ho iniziato prima col nuoto e poi con la pallanuoto. Mi sono appassionato a tal punto che mi sono prefisso un giorno di poter arrivare ad alti livello e così proseguo questa mia passione".

Leonardi, l’inizio come detto in Rari Nantes.

"Nonostante fossi uno dei più giovani ho trovato spazio in serie C, mi sono fatto le ossa poi è arrivata la chiamata della De Akker per fare le giovanili, ma anche per allenarsi e far parte del gruppo della prima squadra".

In De Akker un anno di apprendistato e poi quest’anno la grande crescita .

"Si in effetti l’anno scorso ho patito un po’ il salto, poi quest’anno sono riuscito a ritagliarmi spazio, tanto da partire titolare in gara 2 di finale a Napoli contro la Canottieri è stata per me una grande soddisfazione, nulla di paragonabile per altro con la vittoria in gara 3 e la promozione in A1, vissuta da unico bolognese in squadra".

Le dispiace lasciare la De Akker proprio alla vigilia del primo storica stagione di A1?

"Ho un po’ di rimorso ho trovato un gruppo bellissimo e tanti compagni che mi hanno dato una mano a crescere".

Certo che l’avventura che l’aspetta è davvero affascinante.

"Ne ho parlato anche con Mistrangelo ovviamente; l’università è un’esperienza di vita importante per me, sono 4 anni al termine dei quali spero di tornare a giocare nella De Akker con ancor maggiore esperienza pronto a dare il mio contributo a questo progetto".

Come è nata l’idea di frequentare dell’Università negli Stati Uniti e in particolare a Stanford?

"Qui a Bologna ho frequentato già la scuola internazionale e questo è già un passo importante, poi vedere l’esempio di mia sorella Anna che ha fatto High School e Università negli Stati Uniti mi ha spinto a seguire la sua strada".

A quando la partenza?

"Dopo ferragosto, qui lascio amici e persone care, ma l’esperienza che mi aspetta vale tutto lo sforzo e i sacrifici. Il mio non è un addio ma un arrivederci, quando tornerò gli amici saranno sempre li e sportivamente parlando magari riuscirò ad essere più utile alla squadra".

E i suoi genitori che dicono?

"Sono stati eccezionali con me. Mi hanno sempre sostenuto e spronato anche nei momenti di difficoltà. A volte quando alle 6.30 dovevo doppiare gli allenamenti prima della scuola, le loro parole mi hanno aiutato a non mollare e continuare a coltivare questo mio sogno".

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