GIUSEPPE
Sport

Il commento. Vincenzo sa come gestire ogni situazione

Tassi Fuori Orsolini, Ferguson e Odgaard. Il Bologna di ieri ci avrebbe pianto sopra. Quello di oggi va avanti con le...

Bologna, Italy, September 2019 - Aerial view of Renato Dall'Ara Stadium

Bologna, Italy, September 2019 - Aerial view of Renato Dall'Ara Stadium

TassiFuori Orsolini, Ferguson e Odgaard. Il Bologna di ieri ci avrebbe pianto sopra. Quello di oggi va avanti con le seconde linee di lusso, coltivate in laboratorio dal cocciuto Italiano.

Fra i grandi pregi del tecnico siculo-tedesco c’è la capacità di non drammatizzare, di credere nella qualità del lavoro e nella voglia di crescere del suo gruppo. Chi è partito senza il talento di Zirkzee, Calafiori e Saelemaekers, non si sgomenta certo oggi se una catena di infortuni guasta ancora i piani.

Perché mentre il Bologna decollava poco a poco Italiano ha moltiplicato le alternative, ha valorizzato al massimo la rosa, sperimentando nuovi ruoli per qualche elemento-chiave.

Così se a Lecce mancherà Odggard, reinventato trequartista dal nostro Montalbano, e sarà fermo pure Ferguson, ecco almeno due alternative: Pobega e Fabbian. Entrambi tagliati per quel delicato ruolo di cacciatori di palloni. Entrambi papabili anche per una maglia da centrocampista puro accanto al faro Freuler. E quando Moro deve tirare il fiato, riecco il legionario Aebischer a riproporre la coppia dei metronomi svizzeri.

Altro reparto bersagliato dalla sfortuna quello degli esterni. Ma pure qui Italiano ha inventato più soluzioni con Ndoye e Dominguez prima scelta, incalzati da Cambiaghi (al rientro da infortunio) e dal baby catalano Pedrola. In attesa che Orsolini torni disponibile, la qualità del reparto sembra garantita. La difesa degli inamovibili Beukema e Lucumi svaria soprattutto sugli esterni, dove Calabria porta la sua esperienza accanto alla verve di Holm e al carisma di De Silvestri. Mentre a sinistra i signori del cross dal piede felpato (Lykogiannis e Miranda) si giocano una maglia.

Resta da scegliere il centravanti ma qui il processo di “santificazione “ di Castro meriterebbe un degno seguito. Il gol qualificazione con l’Atalanta, la garra argentina e l’amore del popolo rossoblu’ ne fanno il titolare del ruolo di centravanti. E Dallinga non può dolersi di essere secondo a questo giovane fenomeno. Per l’amletico olandese, così rapido ad accendersi, il ruolo perfetto sembra quello di subentrante. Perché tutti hanno armi e spazi a disposizione per scrivere il futuro di un Bologna ritrovato e ambizioso.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su