Sei punti in quattro giorni e il tabù Dall’Ara sfatato con una gioia arrivata alle ultime curve. Poi uno si chiede perché Vincenzo Italiano dopo il triplice esulti a pugni chiusi sotto la Bulgarelli esternando la gioia come il primo dei tifosi del Bologna. "Sono felice", dice il tecnico in sala stampa snocciolando le ragioni di una felicità esplosa in modo così fragoroso. "Il gol e la prima vittoria stagionale al Dall’Ara sono stati una liberazione – spiega il tecnico –. Vivendo tutti i giorni il gruppo percepivo l’importanza della vittoria, per la squadra e per la società: con un altro pareggio la situazione sarebbe stata diversa. Per questo quando la palla colpita di testa da Orsolini è entrata è come se dentro la porta l’avessimo spinta tutti".
Tutto è bene quel che finisce bene. Ma il pari, come suggerisce saggiamente Italiano, avrebbe generato altri giudizi. Eppure, rivendica il tecnico, questi sono tutto fuorché tre punti casuali. "Insieme ai ragazzi abbiamo studiato quattro partite del Lecce – rivela il tecnico –. Conoscevamo la loro capacità di rubare palla e ripartire negli spazi, quindi da parte nostra sarebbe servita tanta pazienza. L’avevo detto ai miei giocatori che questa partita avremmo potuto vincerla anche sull’ultimo pallone: e così è stato". Conclusione: "E’ stata la vittoria della pazienza e della maturità. La maturità è quella che hanno dimostrato i miei giocatori nel riuscire a preparare una partita con una seduta video e cinquanta minuti di allenamento sul campo. E per un allenatore la cosa bella è proprio questa: siamo riusciti a vincere una partita nel modo in cui l’avevamo preparata. E’ un bel segnale questo". Tradotto: un segnale che legittima esultanze smodate sotto la curva nel finale e agitatissimi incitamenti a bordo campo durante la partita. Sorride Italiano: "Ho già dovuto rinunciare ai capelli, non toglietemi anche il modo che ho di vivere le partite. I ragazzi ormai mi conoscono, sanno che le gare io le vivo così: credo che a questo punto si preoccuperebbero se mi vedessero starmene buono e silenzioso per cinque minuti". Non accadrà mai, qualunque sia l’esito della partita.
Intanto è accaduto che Italiano abbia raddrizzato la classifica. Tempo di primi bilanci: "Tra me e la squadra la fase del conoscersi si è già conclusa. In tante cose in queste settimane siamo cresciuti: mancava solo la ciliegina sulla torta dei risultati". Dopodiché nessuno è perfetto: "Orso deve ricordarsi più spesso che di testa ha un gran terzo tempo. Miranda nel primo tempo è stato un po’ timido, nella ripresa invece ha avanzato il baricentro di dieci metri e ha messo in mezzo più palloni. Urbanski ha un’intelligenza calcistica superiore alla media ma oggi ha avuto un pallone in area che uno con le sue qualità doveva spedire all’angolino". Pensiero finale per Ferguson: "Non aveva più di venti minuti nelle gambe, per questo l’ho impiegato in mezzo al campo e non davanti. Con lui recuperiamo un grande giocatore e un ragazzo carismatico per tutto lo spogliatoio".
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