Kaffeina si ispira a Space Jam 2 E la divisa diventa subito un cult

Nanetti: "Sono molto sorpreso siamo stati contattati da tanti appassionati e collezionisti. Abbiamo fatto tendenza"

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Secondi, ma con stile. Grande successo per le divise ufficiali della Kaffeina Koy’s di coach Lorenzo Nanetti, finalista del 39esimo playground dei Giardini Margherita intitolato allo storico speaker Walter Bussolari, perso giovedì contro Due Torri Fresk’o Settepuntosette: le maglie sono dedicate al film Space Jam, che a settembre tornerà nelle sale col sequel interpretato da LeBron James.

"Ci eravamo promessi -spiega- che in caso di vittoria del torneo avremmo partecipato alla prima italiana del film in divisa".

Divisa da collezione.

"Sono cinque anni che prendiamo spunto da divise particolari e belle, alle quali successivamente applichiamo qualche modifica. Siamo partiti ad esempio dalla maglia del Maccabi Tel Aviv che vinse l’Eurolega nel 2014 e ci abbiamo scritto Kaffeina in alfabeto ebraico, poi abbiamo usato quella degli Harlem Globetrotters e altre divise creative. Questa primavera il capitano ha proposto la doppia divisa dei Looney Tunes. È immediatamente diventata una divisa cult e siamo stati contattati da un sacco di appassionati. Abbiamo lavorato con Stefano, grafico di PuntoEmme, che è stato bravissimo a ricreare il font originale della Warner Bros".

Due generazioni di cestisti a confronto: "La maggior parte di noi è pro-Jordan, anche se è innegabile lo strapotere di LeBron negli ultimi vent’anni e credo che la sua partecipazione al film sia meritata. In squadra abbiamo un fan clamoroso, Emanuele Cantore, che è ‘lebroniano’ all’ennesima potenza, ma è uno contro dieci".

Ci sono parecchie aspettattive sul film nella speranza, coltivata da tutti gli appassionati della pallacanestro, che questo secondo episodio dia il via ad una saga.

"Il primo è difficilmente imitabile, credo sarà comunque impossibile fare dei paragoni anche dopo aver visto il nuovo. Siamo cresciuti con Jordan e quando l’anno scorso è uscito ‘The Last Dance’ è stato un tuffo in quegli anni, sulla falsariga delle videocassette con ‘Magic’ Johnson che guardavamo da ragazzini".

Giacomo Gelati

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