L’emozione di tornare in palestra: "All’aperto non era la stessa cosa"

Bsl La gioia del dt Rocca. "Non ci siamo mai fermati. In questo wekend abbiamo fatto 139 tamponi ai ragazzi"

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di Giacomo Gelati

Nessuna cosa, per chi ha un legame col gioco, è tanto bella: il cigolio delle suole, i tonfi dei palloni e poi due ferri quasi mai toccabili. Sono finalmente ripresi gli allenamenti nell’universo della palla a spicchi bolognese, che dopo la pubblicazione del nuovo protocollo sanitario e la recente ordinanza per la riapertura degli impianti, ieri è tornato ad aprire il portone di una palestra. Ma a San Lazzaro il basket non si è mai interrotto del tutto.

"Siamo contenti -dice Roberto Rocca, direttore tecnico e allenatore della Bsl –. Noi non ci siamo mai fermati, dal 2 novembre al 18 gennaio abbiamo sempre fatto allenamento all’aperto, 2-3 volte alla settimana finché non faceva buio. Sono stati mesi molto belli perché parlando con onestà abbiamo visto chi ha veramente passione. C’è un ragazzo di Ferrara che si è preso l’impegno di venire in treno a ogni allenamento, prima di rincasare tutto sudato perché non si può far la doccia. Abbiamo toccato con mano chi ha veramente voglia".

Triage all’entrata della palestra, nessun accesso agli spogliatoi e borsoni sugli spalti.

"Ieri è stato il primo giorno con tutto il settore giovanile in palestra, compresi gli altri impianti di San Lazzaro e Bologna, e abbiamo ripreso a pieno ritmo, eccetto il minibasket. E’ proprio notizia di ieri che il consiglio federale, in deroga ai regolamenti e alle Doa giovanili 202021, ha deliberato l’ammissione degli atleti nati nel 2010 al campionato under 13 maschile. In questi mesi ci siamo confrontati con molte altre società ed eravamo tutti concordi nel dire che il minibasket sia il più importante. Oggettivamente il nostro futuro è lì. Un under 18, un under 20 o un senior se salta un campionato probabilmente non smette di giocare, un bimbo invece cambia sport".

La giostra dei tamponi. "Questo weekend abbiamo fatto 139 tamponi, quello prima altri 120. Con l’ordinanza di Merola è arrivato l’obbligo di due tamponi al mese, ma a San Lazzaro non abbiamo quell’obbligo. Allenandoci sia a Bologna, sia a San Lazzaro stiamo capendo come muoverci. Come società abbiamo offerto i tamponi ai ragazzi ed è venuto il nostro medico a processarli. Ne abbiamo comprati 300, è un costo importante, ma se hai tanti ragazzi non puoi fare differenze".

Resta l’enigma su cosa succederà dopo: il nodo dei campionati divide i club bolognesi.

"Se inizieranno i campionati ci sarà un protocollo gare e dovrà essere più stringente. La logica dice che se hanno fatto ripartire gli allenamenti ci saranno delle competizioni: noi con le giovanili se ci facessero partire anche a maggio, o giugno, ci saremmo. I ragazzi si stanno allenando con la mascherina, che non sarebbe obbligatoria. Addirittura il protocollo consente il contatto, ma noi non lo consentiamo al momento. In via prudenziale, per il momento, ci alleniamo senza contatto, poi è chiaro che vediamo com’è la situazione fuori. Anche perché allenarsi senza contatto è dura".

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