La calda estate dell’Orso rossoblù

Dopo il gol di Marassi alla Samp, gli restano altre dieci gare per migliorare il record di otto reti in serie A

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Quando nel giugno di un anno fa il Bologna sborsò 15 milioni per acquistare dalla Juventus l’intero cartellino di Riccardo Orsolini alzi la mano chi sotto le Due Torri non ritenne che fossero soldi magnificamente spesi.

I fatti hanno poi dato ragione a quell’investimento. Col gol di Marassi, l’ottavo in campionato, l’esterno d’attacco ascolano ha eguagliato il proprio bottino della scorsa stagione. E adesso ha davanti a sè dieci partite da titolare quasi obbligato (in attesa che il suo alter ego Skov Olsen abbandoni l’infermeria) per superare se stesso.

Facile prevedere che ci riuscirà con la sigaretta in bocca. Basti pensare che degli 8 gol della scorsa stagione 5 ‘Orso’ li ha realizzati proprio nelle ultime 10 giornate.

Ergo: se il finale sarà dello stesso tenore prepariamoci ai fuochi d’artificio. Tra Orsolini e Mihajlovic, invece, sono sempre scintille. Succede quando il rapporto tra tecnico e giocatore travalica i limiti della professione e sconfina nell’empatia.

Negli anni ‘90, ai tempi del primo Ulivieri, Nervo, Olivares, Doni e Paramatti se fossero stati un minimo permalosi avrebbero dovuto chiedere la rescissione del contratto per le pubbliche reprimende che Renzaccio faceva loro a mezzo stampa. E invece hanno sempre ingoiato il rospo, spesso traendo beneficio da quei cazziatoni a fin di bene.

Sinisa appartiene alla stessa scuola: ti mortifico pubblicamente per pungolarti nell’orgoglio. Come quando al Torino di Baselli disse: "E’ l’unico bergamasco senza le palle...".

Morbido mai, costruttivo sempre. E spesso incazzoso. Tra lui e ‘Orso’ da un anno e mezzo a questa parte il rapporto viaggia sui binari paralleli del bastone e della carota.

La letteratura rossoblù, da questo punto di vista, abbonda di citazioni. 4 agosto 2019, amichevole in terra tedesca con l’Augsburg. Tanjga sostituisce Orsolini all’inizio della ripresa, indispettito dal suo atteggiamento. ‘Orso’, furente, imbocca a testa bassa la porta degli spogliatoi, mezzo staff lo insegue e lo riporta a più miti consigli, lui capisce, torna in campo e si accomoda in panchina. Meno comprensivo però è Sinisa, che dopo aver visto tutto in diretta streaming dalla stanza d’ospedale del Sant’Orsola la sera stessa telefona al suo giocatore e gli fa una lavata di capo memorabile.

1 dicembre 2019, stadio San Paolo di Napoli. Il primo tempo di Orsolini è un flop. Sinisa, che guida la squadra da remoto, perde le staffe e ne ordina il cambio nell’intervallo. Entra Skov Olsen, che segna un gol pesantissimo.

6 gennaio 2020, Bologna-Fiorentina al Dall’Ara. Santander si procura una punizione nei minuti di recupero, ‘Orso’ la calcia da fenomeno e da posizione impossibile beffa la Viola firmando l’1.1. In panca Mihajlovic l’aveva capito prima: ‘Scommettiamo che fa gol?’. Scommessa vinta.

E sapete perché? Perché in allenamento il maestro di Orsolini sui calci da fermo è lo stesso Sinisa.

Bastone e carota: tanto vale abituarsi al canovaccio. Anche perché più di tutto parlano i numeri: con Mihajlovic fin qui Orsolini, tra campionato e Coppa Italia, ha segnato 15 gol in 45 partite.

Tradotto: un gol ogni 270 minuti. Segno che i cazziatoni servono.

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