La Virtus vuole uno scudetto atteso 20 anni

La serie è sul 3-0, Teodosic e compagni possono chiudere davanti al proprio pubblico. Bologna leggera contro una Milano stanca

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di Massimo Selleri

E’ il primo assist per lo scudetto. Quarta gara di finale tra la Virtus e Milano alle 19 (diretta Raisport) in Fiera con i padroni di casa sono avanti 3-0 nella serie. In altre parole sono ad un passo dalla conquista del sedicesimo scudetto. Il coach dell’Olimpia Ettore Messina ha provato in tutti i modi a mescolare le carte, cambiando assetto alla sua squadra, ma il risultato fin qui non è cambiato. Pesano come un macigno le 25 partite in più che la sua squadra ha giocato rispetto ai suo avversari, anche perché non sono partite qualsiasi, ma stiamo parlando di Final Eight di Coppa Italia e di Eurolega, dove i lombardi sono arrivati fino alle final four.

Bravi i bianconeri a prendersi questo vantaggio, facendosi trovare pronti al momento giusto e scrollandosi dalle spalle quell’alone di diffidenza che dalla semifinale persa con Kazan ha circondato la squadra fino alla semifinale con Brindisi. Se in questi playoff Sale Djordjevic si è dimostrato un grande condottiero, bisogna dire che nella fase di selezione dei giocatori sul piano del carattere si è rivelato altrettanto abile. Per stessa ammissione di Messina non era facile uscire dal tunnel in cui la squadra si era infilata, ma la Virtus ci è riuscita ritrovando fiducia nei propri mezzi. Una delle curiosità principali in questi casi è come si prepara una partita di questa importanza.

Giocando un giorno sì e uno no chi è in trasferta ha i tempi scanditi dal club, in una sorta di mini ritiro, mentre chi gioca in casa è un po’ più libero. L’acquazzone di ieri pomeriggio ha rovinato i programmi di chi, come Milos Teodosic, cerca di spezzare questi momenti andando al parco con i propri figli. Il tecnico bianconero ha chiesto di misurare la sua squadra anche da queste piccole cose e probabilmente non ha tutti i torti, anche perché sono esempi per chi ha meno esperienza e solo adesso si sta facendo le ossa a così alto livello. Quando Djordjevic, insieme al suo staff, è arrivato sulla panchina bianconera, Alessandro Pajola era un giocatore che faceva fatica ad entrare in campo e spesso restava a guardare mentre la partita la facevano anche quintetti improponibili. A due anni di distanza i valori si sono ribaltati ed ora il giovane playmaker è diventato un elemento quasi insostituibile di questo gruppo. Lo stesso si potrebbe dire di Giampaolo Ricci o di Amar Alibegovic, tutta gente che è stata pescata da realtà di secondo livello e arrivando qui è poi migliorata. Anche questa è una medaglia che va appesa al collo del coach serbo essendo fattori che hanno consentito alla V nera di arrivare fino a qui. Nel tardo pomeriggio di ieri la squadra si è ritrovata in palestra per un lavoro soprattutto defatigante con l’obbiettivo di recuperare le energie per la gara di oggi. Milano cercherà nell’orgoglio la forza per portare la serie a gara 5 e mettere un piccolo tarlo nella testa degli avversari. Arbitrano Mazzoni, Martolini e Borgioni.

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