"Li voglio umili come Maradona"

Mihajlovic bacchetta i suoi giocatori: "Sono stato troppo buono con loro, il tempo degli alibi è finito"

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di Massimo Vitali

I quattro fendenti in Coppa dello Spezia sono una ferita ancora aperta: ma non sono nulla in confronto ai fendenti che ieri Mihajlovic in sala stampa ha assestato ai suoi giocatori. Strigliata a fin di bene, recita uno dei tanti luoghi comuni del calcio. In realtà strigliata, come precisa lo stesso tecnico, "per non ripetere gli stessi errori col Crotone".

Il messaggio in bottiglia alla vigilia della sfida di oggi al Dall’Ara da cui il suo Bologna dovrà necessariamente ricavare punti è: "Noi siamo più forti del Crotone, come mercoledì eravamo più forti dello Spezia. Però se non andiamo in campo concentrati, se giochiamo con superficialità e non abbiamo la giusta cattiveria in attacco e in difesa, possiamo perdere da tutti".

In realtà non è questo il messaggio più duro nel sabato di vigilia. C’è molto altro: e non è miele per le orecchie dei suoi ragazzi. La premessa farebbe quasi presagire un po’ di buonismo: "In questi giorni non mi sono arrabbiato tanto, perché ho pensato a Diego (Maradona, ndr) e a com’è la vita, ma anche perché io rispetto a dieci anni fa sono molto diverso".

E invece no, si è arrabbiato tantissimo. E lo spiega bene dopo: "Con questi ragazzi ho un rapporto diverso da quelli che ho avuto negli altri club, per tutto quello che abbiamo passato e superato insieme. Però per ognuno esiste un limite e loro l’hanno superato: d’ora in avanti non perdonerò più nulla".

Sinisa fa una pausa e riparte: "E’ colpa mia, perché non sono stato abbastanza duro. Ho sempre dato loro giustificazioni o alibi e a volte, anche inconsciamente, la squadra ha sfruttato questa cosa. Ma adesso si tornano a fare le cose per bene. Loro devono capire che vincere o perdere non è la stessa cosa. Io quando perdo non dormo la notte e sto male: loro devono avere la stessa rabbia, che è poi passione per il loro lavoro. Mi aspetto una reazione, ma soprattutto una crescita: non come calciatori, come uomini. Molti sono giovani, devono svegliarsi e cominciare a prendersi le loro responsabilità". A cominciare da Barrow: "Quando ha le occasioni per segnare non può andarci moscio: deve spaccare la porta!".

Mostrando quella cattiveria agonistica che è uno dei segreti che hanno reso immortale Maradona. "Ho mostrato alla squadra un video su Diego _ rivela Sinisa _ e ho detto loro: sapete qual era la sua vera forza? Che andava in scivolata a recuperare palloni a sedici metri dalla sua porta, che pressava, raddoppiava, andava a contrasto su tutti i palloni, con umiltà. E se lo fa Maradona, lo devono fare tutti".

Il resto è un occhio al Crotone, "che è più forte dei due punti che ha in classifica". E uno al mercato: "Sappiamo quello che ci serve: ma ormai è da due anni che è così. Comunque non si prende tanto per prendere: si prende chi piace a me e chi è funzionale al mio modo di vedere il calcio. Se lo si trova bene, altrimenti pazienza. Che tipo di punta vorrei? Messi o Cristiano Ronaldo...".

Anche meno: purché sia uno che la butti dentro.

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