Lizzano pronta alla ’notte Fortitudo’

Domani alle 21 la festa nella piazza del paese: lo staff tecnico e i giocatori in passerella prima del ritiro. .

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di Massimo Selleri

Nonostante le norme per contrastare la diffusione del Coronavirus, leggi mascherina e obbligo di osservare il distanziamento sociale, la tradizionale festa che dà il via alla preparazione estiva della Fortitudo si farà. Domani pomeriggio la squadra salirà a Lizzano in Belvedere e alle 21 nella piazza della località appenninica i giocatori si presenteranno ai tifosi.

L’unico momento a cui si deve rinunciare perché non si è trovata una soluzione alternativa è il saluto alla partenza da Bologna, un altro appuntamento che ormai vedeva l’invasione dei sostenitori biancoblù in piazza Azzarita. Tra quarantena e stranieri che devono ancora raggiungere l’Italia, la squadra non sarà al completo, ma come ha sottolineato il coach fortitudino Meo Sacchetti nei giorni scorsi, l’importante era partire.

"Avremo delle assenze – raccontava il tecnico – e sarà una partenza un po’ a spizzichi e bocconi, ma dopo tanti mesi in cui siamo stati fermi ripartire era fondamentale. Sarà anche un precampionato anomalo, perché dovremo dare più spazio al lavoro atletico per evitare infortuni nella seconda parte".

Alcuni dei volti nuovi saranno comunque presenti. Uno è una vecchia conoscenza, dato che Gherardo Sabatini ha già vestito la maglia della Effe nel primo anno della sua rinascita e si può dire che con destini diversi le strade si sono poi incontrate nella stagione in cui entrambi dovranno consolidare la loro presenza nel massimo campionato.

Ci sarà, poi, Leonardo Totè, un lungo che spesso ha messo in difficoltà la Effe e poi ci sarà Mattia Palumbo, una delle promesse della pallacanestro italiana che ora deve dare una conferma alle tante aspettative.

L’obiettivo di questa stagione è quello di restare a ridosso delle prime quattro grandi del campionato, leggi Milano, Virtus, Venezia e Sassari, un obiettivo ambizioso anche perché ancora non è dato sapere se potrà contare sul suo sesto uomo in campo vale a dire quel pubblico che spesso ha fatto la differenza.

Dal ministero dello sport non arrivano segnali e, almeno per quello che si vede esternamente, anche il Coni non sembra particolare preoccupato della questione. C’è più spinta per ripartire comunque, di quanto si possa fare con un’apertura almeno parziale dei palazzetti.

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