Lorallini: "Sogno un giorno al World Rally"

Lorenzo, 18 anni, è auto riparatore meccatronico con la passione per le corse: "L’anno prossimo campionato italiano e Targa Florio"

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di Alessandro Gallo

Il sogno è quello di approdare, un giorno, al World Rally Championship e, intanto, nella prossima stagione, comincerà a correre nel campionato italiano prendendo parte anche alla Targa Florio. E, dal 28 al 30 luglio (le poche date già certe) sarà nel Lazio per prender parte a Roma Capitale Lorenzo Lorallini è nato a Bologna il 3 ottobre 2004 e, rivendica con orgoglio di essere cresciuto a Loiano.

"Un paesino dell’Appennino dove sono emersi campioni del mondo come Alex Salvini, iridato di enduro e Massimo Bianconcini, asso del freestyle. Nel paese sono cresciuti anche molti rallysti, tra i quali mio padre Leonardo".

Sorride Lorenzo quando ricorda i suoi inizi e quelle che lui chiama "gite al Rizzoli".

"Ero attratto da tutto ciò che si muoveva velocemente. Così ho iniziato presto a fare strage di tricicli, biciclette e macchine a pedali".

A cinque anni, dopo una serrata trattativa in famiglia con papà Leonardo e mamma Monica ottiene la mini moto. Lì cominciano le sue gite in visita al Rizzoli.

"Non mi sono fatto mancare nulla – se la ride – un paio di fratture al polso, una delle quali mi ha costretto all’intervento chirurgico. Una sublussazione alla spalla, Qualche problema al crociato del ginocchio. Se non ci fosse stato questo richiamo per i motori, forse, avrei potuto diventare un buon ortopedico. Quantomeno per esperienza diretta".

Invece ha frequentato la scuola di autoriparazione ottenendo la qualifica di auto riparatore meccatronico. Ha cominciato a lavorare, ma guarda con attenzione al mese di febbraio, quando comincerà a correre. Corre da quando ha 7 anni, quando ottiene la possibilità di guidare una vera auto da rally. Una Fiat Ritmo Abarth 130 e una Renault Clio Rs N3. Debutta al kartodromo di Rioveggio e, a 16, dopo l’esame pratico richiesto dalla federazione internazionale auto sezione rally, ottiene una licenza da vero pilota.

"Paura? Un po’ ci deve essere per tenere alta la soglia di attenzione. Se non presti attenzione ai particolari rischi grossi. Amo il rally, bisogna restare calmi, concentrati, perché rispetto alle corse in pista ci sono tanti ingredienti in più".

Ama la buona cucina, anche se ultimamente si è messo a dieta. "Non resisto alla pizza e ai tortellini – dice –. Ma sono andato da un nutrizionista. Pensavo che fosse un sacrificio più grande. Poi, quando ho capito che lo facevo per me e per il bene del mio fisico è stato tutto più semplice".

Non ci sono fidanzate all’orizzonte – "sono concentrato sulla guida e sul rally" - e, tra gli hobby extra auto, c’è quello del cinema. "Non amo molto leggere - commenta –, preferisco ascoltare e osservare per capire tante cose".

Ha capito presto che il suo mondo ruotava attorno a quello dei motori. "Per ora il World Rally Championship è un sogno. Ma un passo per volta vorrei arrivarci". E’ tornato ad abitare a Bologna, ma è cresciuto a Loiano, il paese dei campioni: la spinta è ancora più forte.

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