
A 37 anni, De Silvestri continua a sfidare il tempo con il Bologna FC, entrando nella storia dei calciatori più longevi.
Quando tra un anno Lorenzo De Silvestri, in forza del rinnovo di contratto che ha appena firmato, calpesterà da trentottenne il prato del Dall’Ara entrerà nel novero ristrettissimo dei calciatori rossoblù di tutti i tempi che hanno sfidato la propria carta di identità. Sottinteso: vincendo la partita.
Lassù stanno, nell’ordine: Francesco Antonioli (in campo a 39 anni, 8 mesi e 17 giorni), Gianluca Pagliuca, (39 anni, 5 mesi e 10 giorni), Fabrizio Ferron (39 anni, 4 mesi e 7 giorni), Rodrigo Palacio (39 anni, 3 mesi e 18 giorni) e Carlo Reguzzoni (38 anni, 2 mesi e 27 giorni).
Va da sé che nella classifica della longevità giocare tra i pali aiuta. Non a caso anche prendendo in considerazione tutta la Serie A i dinosauri che hanno sfidato, battendole, le leggi del tempo sono tre portieri: Marco Ballotta, bolognese di Casalecchio di Reno in campo con la maglia della Lazio a 44 anni, Gianluigi Buffon (a 43 anni con la Juve) e di nuovo Francesco Antonioli (a 42 anni col Cesena).
Curiosamente Lorenzo De Silvestri c’era l’11 maggio 2008 al Ferraris in quel Genoa-Lazio 0-2 deciso dai gol di Pandev e Rocchi in cui il quasi ventenne Lollo, nell’undici titolare, faceva già il terzino destro e Ballotta, di ventiquattro anni più vecchio di lui, difendeva i pali biancocelesti stabilendo il record di longevità.
Tornando alle vicende strettamente rossoblù, se dalla graduatoria dei più longevi di sempre togliamo i tre sul podio, ovvero Antonioli, Pagliuca e Ferron, restano il ‘Trenza’ Palacio, protagonista per quattro stagioni dell’era Saputo, e il mito Reguzzoni, il principe dei bomber secondo solo ad Angiolino Schiavio nella classifica dei marcatori rossoblù di tutti i tempi.
Morale: caro Lollo, forse un giorno sindaco di Bologna lo diventerai per davvero, ma intanto puoi continuare a goderti la passeggiata nel pantheon della storia. Oggi di anni De Silvestri ne ha 37 (li ha compiuti il 23 maggio). In rossoblù lo ha portato Mihajlovic, che dopo averlo allenato alla Fiorentina, alla Sampdoria e al Torino nel settembre 2020, quando si trattò di suggerire al club un usato sicuro a costo zero (De Silvestri era in scadenza di contratto col Torino), non ebbe esitazioni: fidatevi di Lollo.
Mai fiducia fu meglio riposta. De Silvestri, nelle sue cinque stagioni in rossoblù, è diventato la coscienza critica del gruppo oltre che il cicerone di Casteldebole che apre le porte della squadra e della città ai nuovi arrivati. Lollo si porta dentro la lezione di Sinisa, soprattutto lo spirito forgiato dal tecnico serbo nella sua battaglia contro la malattia, e da reduce di quel Bologna insieme a pochi altri (su tutti Orsolini e Skorupski) ha saputo trasformare quel dramma in collante per lo spogliatoio.
A 37 anni, con la prospettiva di giocarne un altro sul campo e la base di partenza dei 450 gettoni in A (Baggio è a 452), è come se gli si aprisse davanti un nuovo mondo. O forse è solo il vecchio mondo che non intende mollare uno dei suoi interpreti più veri: l’Highlander Lollo, per l’appunto.
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