Gallo
Stefano Tedeschi in redazione: il saluto del Carlino, il giornale della città, al nuovo presidente della Fortitudo. L’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte, dopo nemmeno due mesi di lavoro. L’occasione per riannodare vecchi fili e raccontare storie che non passano mai di moda. Gettandosi in questa nuova avventura, Stefano ha chiuso un cerchio. Dopo essere stato arbitro di calcio, presidente del Castiglione Murri, numero uno della Fip Emilia-Romagna e responsabile degli arbitri, Stefano si è lasciato sedurre da un grande amore chiamato Fortitudo. Chiusura di un cerchio, si diceva, ma perché?
Perché nel 1966, la Fortitudo si affaccia in serie A acquisendo i diritti del Sant’Agostino Alcisa. Dietro il marchio Alcisa ci sono Gino e Ivo Galletti. Gino, materialmente, è quello che conclude l’operazione con la Fortitudo. Ma Ivo sa tutto e, soprattutto, diventerà, dopo quel 1966, suocero di Stefano Tedeschi.
Certi amori non finiscono mai: dopo l’addio al basket di Giorgio Seragnoli, il nome di Stefano è stato più volte accostato al mondo Fortitudo. Perché legato all’Alcisa, perché dirigente di esperienza e qualità, perché uomo capace di smussare gli angoli.
L’uomo giusto al posto giusto essendo ripartita, l’Aquila, da un gruppo di soci. Quando non c’è un proprietario unico, è difficile mettere tutti d’accordo. Ma se c’è uno, che ci possa riuscire, questo è Stefano Tedeschi.
E adesso? Adesso, dopo il pieno di entusiasmo e passione, non si può che augurargli buon lavoro. Spingendolo a ritrovare quello che lui e il mondo dell’Aquila (e non solo) vanno cercando: il derby.
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