
Un’istantanea invernale dei Tam Tam. Massimo Antonelli e il primo, in alto, da sinistra
Per Lucio Dalla era ‘La morte’, oggi è l’uomo dell’integrazione e dell’inclusione. Lui è Massimo Antonelli, 71 anni, originario di Roma, ma abitante a Castel Volturno. Massimo Antonelli, che ha giocato a pallacanestro e vinto lo scudetto con la Virtus, nel 1976, domani sarà a Bologna. Alla testa dei ragazzi di Tam Tam. Massimo, che quando gioca nella Virtus studia architettura a Firenze, è un ragazzo curioso e innovativo. E infatti, una volta appese le scarpette al chiodo, mette da parte gli approdi quasi scontati.
La carriera da allenatore o quella da dirigente non fanno per lui. E allora si inventa insegnante di fondamentali (di basket). Ce ne sono tanti, di insegnanti – anche se i fondamentali… –, Massimo ci mette del suo, ideando il Music Basketball Method. Dal 2016 lancia il Tam Tam Basketball: progetto sociale, sportivo e di ricerca. E di inclusione. Il basket al servizio degli immigrati e dei loro figli, per includere e integrare.
E domani Massimo con i suoi Tam Tam, si giocherà l’accesso alla fase finale del Playground dei Giardini Margherita. "Per me sarà una bella festa – racconta con un pizzico di orgoglio –. Rivedrò tanti amici". Il soprannome che gli aveva affibbiato Lucio Dalla, ‘La morte’ merita di essere spiegato. Una volta di più.
"All’inizio – se la ride Max – mi spaventava pure un po’. Per Lucio ero un uomo glaciale. In realtà, conoscendomi, non è così, perché sono tutt’altro che freddo come la morte. Però poi, uno deve essere in grado di tener fede alle etichette. Le emozioni mi travolgono. Ma quando ero in campo, mi trasformavo. E più il tiro era difficile, più mi prendevo le mie responsabilità".
Le responsabilità se l’è prese con questo progetto che, attraverso il basket, aiuta nell’inclusione e nella comprensione. "Arriverò con l’under 19. Una decina di ragazzi in tutto. Voglio ringraziare Simone Motola, che ci ha chiamati. E chi ci ospita. Vorremmo portare spensieratezza e gioia".
Abitava vicino ai Giardini Margherita, Massimo. "Stavo in via delle Rose. Il Playground, così come è strutturato oggi, quando c’ero io, non c’era. Ma ai Giardini Margherita andavo volentieri". Pochi tiri, però, l’Avvocato Porelli non vuole che i suoi giocatori si facciano male. "Che tempi – aggiunge –. Aveva messo una serie di regole. Se uno si allontanava per più di 30 chilometri da Bologna doveva avvertire la società. A me andava meglio, studiando a Firenze, potevo allontanarmi. Però mi ricordo le domeniche pomeriggio. Il parterre fino alle 17 era vuoto. Poi, d’inverno, tutti i reduci dalla montagna e dalle sciate. A me questo mancava. Non potere sciare perché avevano paura che ci facessimo male".
Domani rivedrà tanti amici. "Penso che Giorgio Bonaga accetterà l’idea di farmi da vice. Potrei trovare qualcuno più giovane, ma conosco Giorgio da una vita. Aspetto tutta la Bologna che ama i canestri. Poi, speriamo di andare avanti".
E sabato, alle 21, proprio ai Giardini Margherita, la presentazione del volume fotografico Black Basket Castel Volturno. Sarà una bella festa per tutti.
a. gal.
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