"Mi manda papà, voglio copiare Sinisa"

L’attaccante figlio d’arte sta studiando le punizioni del suo allenatore: "Non vedo l’ora di giocare in un Dall’Ara pieno di tifosi"

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di Massimo Vitali

PINZOLO (Trento)

Il vaticinio impegnativo di papà Pierre. Il fascino del Dall’Ara pieno. La totale fiducia nella scuola dei ‘Saranno famosi ‘ di Casteldebole. Questo e molto altro hanno spinto Sydney Van Hoojidonk a dire dì alla proposta del Bologna. "Mi volevano anche altri club _ ammette il ventunenne attaccante olandese nel giorno della presentazione ufficiale nel ritiro di Pinzolo _. Ma qui c’erano già dei miei connazionali (Dijks, Schouten e Denswil, ndr), so che il Bologna è un club che ha fatto crescere tanti giovani, Bigon e Di Vaio mi hanno convinto quando sono venuti ad Amsterdam e a quel punto la mia scelta è stata facile".

Ci ha messo una parolina anche Marco De Marchi, l’ex capitano rossoblù che nell’operazione ha fatto da intermediario. Anche se il carico da novanta l’ha speso il padre Pierre, gloria calcistica degli ‘Orange’ capace di realizzare, peregrinando in giro per l’Europa, 376 reti in 696 partite con le maglie di club. Un mito. E qui arriva il vaticinio impegnativo. "Papà _ rivela Sidney _ mi ha detto di non avere paura e di mettere in campo le qualità che ho. Ha aggiunto che all’inizio sarà dura, ma che devo credere in me stesso, perché diventerò il ‘nove’ del Bologna".

Tutta questa pressione, però, il club rossoblù non gliel’ha messa. "Nessuno qui mi ha detto che dovrò diventare il centravanti titolare _ conferma il ragazzo, che in ritiro ha per compagno di camera Orsolini _. Certo, spero di giocare tante partite e di segnare dei gol, ma non è il caso di fissare obiettivi precisi". Il primo obiettivo di un attaccante è buttarla dentro. E il Van Hoojidonk junior di Pinzolo alla sua prima uscita con i dilettanti della Bagnolese ha mostrato due facce: "Un gol l’ho segnato, ma prima ne avevo sbagliato un altro. Per fortuna era solo un’amichevole".

Allo stadio Pineta si è giocato davanti a trecento spettatori: tutt’altra musica sarebbe una partita nel sacro recinto del Dall’Ara. Ecco un’altra delle ragioni per cui Sydney ha scelto Bologna: "Nell’anno della pandemia giocare negli stadi vuoti (18 reti al Nac Breda, serie B d’Olanda, ndr) per me è stato pesante. Sono uno che ha bisogno di vivere le emozioni di uno stadio pieno e so che il Bologna ha tifosi particolarmente calorosi".

E l’ombra di Arnautovic? "E’ un grande giocatore: sarei felice se arrivasse". Nell’attesa, via al ‘master’ sulle punizioni: "Papà era un grande e qui ho trovato un maestro come Mihajlovic. Anche a me piace batterle: ho già iniziato a studiare i video con i gol su punizione di Mihajlovic".

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