Mihajlovic: "Io e la città adesso siamo pari"

Sinisa dopo il faccia a faccia con i tifosi: "Nessuna offesa, ma la prossima volta scenderemo dal pullman per salutare la curva"

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di Massimo Vitali

L’amore eterno (ipse dixit) per Bologna, ma il futuro in rossoblù ancora tutto da scrivere. La forza del Sassuolo, che oggi viaggia 10 metri (leggasi punti) sopra il cielo di Casteldebole, e un compleanno, il suo, da festeggiare oggi. Fiumi di parole, in tutte le direzioni.

Perché Mihajlovic quando vuole stupire sa essere uno e trino: può ricucire il rapporto con la curva, preparare il derby del Mapei Stadium e nel frattempo allenare l’ugola per il duetto con Ibrahimovic al Festival di Sanremo. Il rapporto con la città, innanzitutto. "Nell’incontro allo stadio i tifosi hanno espresso il loro di vista _ racconta Sinisa _ poi ho parlato io. Ho detto che mai e poi mai avrei potuto insultare o offendere un tifoso, a maggior ragione un tifoso del Bologna. Loro hanno sofferto per quel che è successo sul pullman, io quando ho letto ‘pezzenti’ sullo striscione. Ma non devo chiedere scusa, perché non ho offeso nessuno: le cose che ho detto su quel pullman fanno parte del mio modo di fare e scherzare. Sono un uomo dell’est, in questo molto diverso da voi italiani".

Una pausa per riordinare i pensieri. E poi Sinisa riparte: "Un errore è stato quello di non ringraziare quei cinquecento tifosi: la prossima volta faccio scendere tutti dal pullman".

Quanto al rapporto con la città, "in due anni e mezzo ho sempre mostrato gratitudine nei confronti dei tifosi. Anzi, qualche volta mi sarebbe piaciuto che fossero venuti al campo ad insultarci, per darci la sveglia: ma sono troppo civili per farlo. Loro mi sono stati vicini nel momento della malattia: non so quanto rimarrò qui, ma ai tifosi del Bologna vorrò bene per tutto il resto della mia vita".

Nessun debito da saldare, però. "Si dice sempre quello che Bologna ha fatto per me _ osserva l’allenatore _, ma mai il contrario. Quando due anni fa sono arrivato tutti se la facevano addosso (l’espressione originale è più colorita, ndr), tifosi, dirigenti e calciatori: ma ci siamo salvati. Poi durante la malattia facevo punture di cortisone per essere lucido e stare vicino alla squadra. Tutti e due, io e i tifosi, abbiamo fatto le cose col cuore: però adesso siamo pari".

In classifica invece siamo indietro rispetto alle aspettative dell’estate. E il derby col Sassuolo è l’ennesimo crocevia utile per capire se il Bologna abbia dentro di sé la forza necessaria per dare una sterzata alla stagione. "Nel calcio le risposte le devi sempre dare sul campo e col Benevento quella risposta non l’abbiamo data _ ammette il tecnico _. Guardate Spezia-Milan: una squadra di B (che però ha gli stessi punti del Bologna, ndr) contro la capolista: il Milan non ha acceso l’interruttore e ha perso. Noi quell’interruttore dobbiamo tenerlo acceso sempre".

Specie stanotte contro la creatura di De Zerbi. "Bologna e Sassuolo sono due società solide _ butta lì il tecnico _. Una partita come quella dell’andata oggi non la riperderemmo, ma i conti si fanno alla fine".

Oggi Sinisa compie 52 anni "e vincendo i ragazzi mi farebbero un bel regalo".

In attesa di capire i piani futuri: "Io a Bologna sto bene con tutti e lavoro allo stesso modo, che vada via domani o che resti qui altri dieci anni".

Prossima tappa Sanremo con Ibra (venerdì notte era su Rai 1 a ‘Porta a Porta’): "Due zingari che cantano sul palco dell’Ariston. Ma per fortuna non c’è il pubblico...".

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