Lo strappo tra Sinisa Mihajlovic e la tifoseria surriscalda l’ambiente rossoblù. E sul tema è intervenuto una bandiera del Bologna, invitando tutti alla calma.
Carlo Nervo ha detto la propria con un post su Facebook: "Ragazzi stiamo calmi. Unico obiettivo la salvezza quest’anno e avanti tutta, non sono le parole, ma i risultati... forza Bfc!".
Nervo, questa spaccatura non ci voleva.
"L’ho detto e lo ripeto. Calma e sangue freddo. Oggi come oggi bisogna pensare all’unico vero patrimonio in ballo: il Bologna e la sua salvezza. E’ un periodo difficile per chiunque, la pandemia stressa tutti: le persone e tra queste i tifosi, che non possono tornare alla normalità. Ma pure per il presidente, per i giocatori e l’allenatore. Quindi calma".
Servirebbero scuse, secondo lei, da parte di Mihajlovic?
"Non sono nella testa di chi ha detto certe cose e non ho vissuto quel momento, quindi non posso dire cosa sia giusto fare. Da ex calciatore dico che solo i risultati nello sport servono a riconquistare credibilità. E qui la salvezza è ancora in ballo".
Quindi?
"Meglio stare zitti e far parlare il campo: le uniche medicine sono il lavoro, la serietà e i risultati. Poche parole e molti fatti, anche se la società ha fatto bene a intervenire. Qui c’è il rischio di perdere di vista una cosa: il Bologna non è ancora salvo, spaccature e polemiche in questo momento sono molto rischiose. I conti meglio regolarli dopo".
Lei ha vissuto strappi simili?
"C’ero all’epoca di Guidolin e pure quando i tifosi assalirono Gazzoni fuori dagli studi televisivi di Rete 7".
Quali furono le reazioni?
"Com’è finita la storia di Guidolin lo sapete tutti, ma nell’immediato aumentò i carichi di lavoro e di lì a breve facemmo 4 punti con Chievo e Parma, toccando quota 41 punti e togliendoci dagli impicci di classifica. Gazzoni invece rispose presentando ai nastri di partenza della stagione successiva una squadra con Signori, Nakata, Pagliuca, Zaccardo, Locatelli e Pecchia, per fare qualche nome".
Lo strappo è ricucibile?
"Me lo auguro. Perché è vero che il Bologna non ha ancora fatto un salto di qualità e che l’anno scorso a questo punto era a 2 punti dall’Europa. Ma i giovani comportano alti e bassi e Sinisa ha dato un’identità al gruppo. Sarebbe un peccato se si lasciassero a metà del percorso, anche se ciò che conta di più è che rimanga il manico: il presidente e i manager che hanno costruito un progetto che non è vincente oggi ma che può esserlo in futuro".
Marcello Giordano
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