Un sorriso accattivante che rispecchia la voglia di essere arrivato a Bologna per dare il meglio di se stesso. Semi Ojeleye (nella foto Schicchi) è reduce da un’esperienza nel mondo della Nba. Per l’ala statunitense con passaporto nigeriano questa è la prima stagione in Europa dopo averne trascorse cinque nel mondo dei professionisti americani.
"La pallacanestro è la pallacanestro – racconta Ojeleye – e io da quando ero piccolo volevo giocare a basket. Sono contento di essere qui alla Virtus per poterlo fare perché la V nera è una grande opportunità per me. E’ un club con una storia, un blasone importante e soprattutto è una squadra che vuole vincere e anche io voglio farlo".
Il sì alla proposta del club bianconero è arrivato dopo una serie di colloqui con il coach Sergio Scariolo che gli ha spiegato in lungo e in largo quanto sia solido e motivato il progetto del club.
"Ho parlato con lui soprattutto durante la free agency che è un periodo molto lungo in cui può succedere di tutto. Scariolo mi ha espresso tutta la voglia di vincere della V nera, una realtà che ha avuto successi anche nella passata stagione e che quest’anno vuole vincere in Eurolega".
Anche per lui vale il discorso della duttilità, potendo spostarsi dal ruolo di ala piccola a quello di ala grande senza particolari problemi.
" In realtà tra i due ruoli non c’è molta differenza. Gli aspetti diversi stanno nel fatto che un ruolo richiede un maggior utilizzo del pallone nella partenza, mentre l’altro è più statico. Alla fine quello che conta è essere utili alla squadra. Dal punto di vista personale la caratteristica che vorrei migliorare è la consistenza soprattutto in attacco, ma anche in difesa. In attacco vorrei curare di più i dettagli".
Nato nel 1994, ha frequentato l’università di Duke, uno degli atenei più prestigiosi degli Usa, e nelle sue parole si nota uno spirito di osservazione importante.
"Sono qui anche per imparare – conclude Ojeleye – in America si gioca in spazi più ampi e con una maggiore libertà da poter sfruttare. Qui le regole sono un po’ diverse, vedi quella dei 3 secondi e poi il gioco europeo richiede maggiore condivisione della palla".
Massimo Selleri
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