Pilutti: "Bologna ha bisogno del derby"

L’ex biancoblù: "La stracittadina è un valore aggiunto, anche quando il divario è ampio. L’anno prossimo mancherà a tutti"

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di Alessandro Gallo

L’amore per la Fortitudo non si dimentica. Così come quello per Bologna. Tanto che lui, Claudio Pilutti, a Basket City ha messo le radici.

Pilutti, cominciamo dalla Fortitudo?

"Cominciamo pure".

Che idea si è fatto?

"Che se Carlton Myers accetta la presidenza non posso che essere contento".

Perché?

"Conosco Carlton, non accetterebbe mai un ruolo o un incarico tanto per fare. Se Myers diventa presidente vuol dire che ci sono assicurazioni. Che ci sono i presupposti per far bene".

Subito promozione in serie A?

"Questo non lo posso sapere. Le variabili sono tante. Ma se lui dice sì, vuol dire che ci sono solidità economica alle spalle e progettualità. Quella progettualità che magari negli ultimi anni non si è vista. Sarebbe un cambio di rotta importante".

Tra i giocatori, per ora, l’unica conferma parrebbe essere quella di Fantinelli.

"E anche questo, soprattutto in A2, mi sembra un’ottima idea. Ha scelto la Fortitudo, gli è sempre piaciuta. Poi nell’ultimo anno è stato fermo per un infortunio. Ma Matteo in A2 fa la differenza".

Ha letto le parole di Repesa e il suo particolare gradimento di Pesaro?

"Sì, mi hanno fatto sorridere. Forse voleva riconquistare l’entusiasmo della gente. Forse parla del mare. Credo che a Bologna sia stato bene".

Visto il suo amico Dan Gay?

"Pazzesco, campione d’Europa over 60. Il fatto è che ha un fisico da quarantenne, forse da trentacinquenne. Non lo si tiene".

In una gara di birre?

"Io posso solo guardare, lui è un professionista. Non posso competere".

E con le carte?

"Ah, lì non c’è storia. Ho giocato un anno contro di lui, poi mi sono ritirato per manifesta superiorità".

Veniamo alla Virtus.

"La vedo bene. Può contare su un proprietario come Zanetti che non lesina sulle spese. Però vedo anche programmazione, studi. Sono ripartiti dalla A2, hanno costruito bene. Hanno speso molto, ma non hanno buttato via i soldi. La Virtus è brava e fortunata e si è ritrovata con merito in Eurolega".

Scariolo l’ha allenata in Fortitudo. Sorpreso che sia alla Virtus?

"No. Sono passati più di venticinque anni. Le carriere degli allenatori sono lunghe. Sergio è abituato ad allenare squadre di livello. Ci sta. Forse se la Fortitudo fosse stata di livello sarebbe tornato".

Quanto manca il derby?

"Tanto. Mancherà a tutti. Il derby è speciale. Anche quando è prima contro ultima come è successo negli ultimi tempi. Non c’è nulla di scontato. Il derby fa bene a Bologna".

Recalcati assistente di Pozzecco in Nazionale: che effetto le fa?

"Beh, questo è più sorprendente. Ma fino a un certo punto. Può sorprendere perché Charly è sempre stato un capo allenatore. Ma non per il rapporto che c’è tra i due. Il Poz ha fatto bene a volerlo al suo fianco. E Charly ha fatto bene ad accettare. Non deve dimostrare nulla, ma la sua esperienza servirà a tutti. Al Poz, all’Italia, ai giocatori".

Europei, come li vede?

"Sono fiducioso. Vedo entusiasmo, voglia di lavorare. Anche nuovi giocatori. Questo non significa vincere subito o vincere automaticamente. Ma le premesse per fare bene ci sono. E questo è il modo migliore per iniziare l’avventura. Per l’Italia e per Pozzecco".

A proposito di allenatore: e Messina sulla panchina Fortitudo?

"Perché no? Le motivazioni in fondo possono essere le stesse che ho spiegato per Scariolo. Due grandi allenatori, grandi ambizioni. Se la Fortitudo fosse al top, ci potrebbe stare. Poi magari ci sarebbe una rivolta popolare. Ma questo è un altro discorso".

Visto il draft Nba?

"Bel colpo per l’Italia. Banchero farà la storia".

Lei però magari non è andato negli States, a suo tempo, perché un look così…

"Sì, con un vestito così sgargiante non ci sarei riuscito. Ho sempre scelto un abbigliamento meno vistoso, quasi minimal. Forse è per questo che non mi hanno mai chiamato (e chiude l’intervista con una risata contagiosa, ndr)".

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