Bologna, piscina dello stadio. Il tetto resta chiuso, serve più aria condizionata

Slittano i lavori per riparare il meccanismo della copertura a vetri. In cambio i gestori chiedono investimenti da 300mila sul condizionamento

Il tetto della 'Carmen Longo' non si è mai aperto

Il tetto della 'Carmen Longo' non si è mai aperto

Bologna, 4 aprile 2018 - Meglio cosìÌ. Ci si mette il cuore in pace e si evitano false illusioni. All’estate mancano ancora tre mesi, ma è già certo che non sarà nemmeno la prossima, quella in cui vedremo tornare in funzione il tetto della piscina ‘Carmen Longo’ dello stadio. 

Almeno un altro anno di attesa, infatti, è sicuro, dato che gli ulteriori lavori necessari per mettere a norma il meccanismo che permette l’apertura e la chiusura della copertura non sono in programma nel 2018. Troppo costosi e impattanti per la gestione quotidiana della struttura. Il Comune ci riproverà l’anno prossimo, dato che l’intervento è già nero su bianco nel piano triennale dei lavori pubblici 2018-2020. Si tratta di uno stanziamento da 550mila euro, compreso all’interno della voce ‘Progetti Sportivi’, a cui si sta dedicando l’assessore Matteo Lepore.

L'ennesimo rinvio, in fondo, potrebbe anche non dispiacere alla maggior parte degli utenti della piscina: con una vasca olimpionica da 50 metri, infatti, alla ‘Carmen Longo’ vanno soprattutto nuotatori agonistici o semiprofessionisti, che potrebbero preferire delle condizioni climatiche stabili, piuttosto che un tetto aperto verso il cielo. Ma resta, comunque, il problema del caldo: con il tetto chiuso, in caso di alte temperature, si rischierebbe di soffocare.

E così i gestori hanno portato sul tavolo del Comune una proposta ponte per risolvere il problema: «Abbiamo chiesto di potenziare le unità di refrigerazione» spiega Alberto Vecchi, general manager della ‘De Akker’, la società capofila del consorzio che gestisce la struttura. Aumentando l’aria condizionata, «potremmo mantenere un ambiente ottimale dentro la piscina, altrimenti rischiamo che in alcuni giorni non possa essere utilizzabile».

Un incontro con Palazzo d’Accursio è in programma a breve: sarà soprattutto un vertice tecnico, per capire quale soluzione adottare e come realizzarla. Ma con il tetto apribile in pausa per un altro anno, quella di aumentare la refrigerazione pare l’unica strada percorribile, anche se molto costosa. Secondo le prime stime, la spesa potrebbe toccare i 300mila euro. Naturalmente a carico del Comune, dato che l’apertura del tetto era una delle condizioni inserite nel bando pubblicato alla riapertura della struttura.

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