Pochi gol e tanto caos: così si è sprofondati

Il mercato ha portato una rosa più lunga, ma il gioco non ingrana. Al momento si fa sentire la mancanza di Hickey, Theate e Svanberg

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Squadra senza identità e psicologicamente fragile, figlia di un attacco Arna-dipendente, di una difesa ancora da registrare e di un centrocampo da rimodulare. L’è tutto da rifare? Tutto no, perché c’è un altro Bologna possibile, vedi alla voce acquisti del mercato, ancora tutto da esplorare: ma molto da fare, anche guardando ai numeri, decisamente c’è. Partiamo dal precedente nefasto: l’ultimo Bologna a raccogliere 2 punti nelle prime 4 giornate è stato quello di Stefano Pioli che nel 2013-14 scivolò in B. A settembre i funerali nel calcio sono fuori stagione, ma di solito partir male non aiuta. Poi c’è il saldo negativo dei gol: 3 segnati a fronte dei 6 subiti. E chi li ha segnati quei gol? Tutti e tre lui, il SuperMarko d’Austria, a cui servirebbe come il pane un degno partner. E qui veniamo al mercato. Pur senza stupire con nomi illustri, e nel segno di un’attenzione perfino eccessiva ai bilanci, il duo Sartori-Di Vaio ha portato in dote a Mihajlovic otto pedine: Lykogiannis, Cambiaso, Ferguson, Lucumì, Sosa, Moro, Zirkzee e Posh. E’ vero che le uscite di Hickey, Svanberg e Theate hanno sottratto qualità e che ancora non sappiamo quanta ve ne sia nei nuovi arrivati. Ma oggi la rosa di Sinisa è più profonda e completa. E da che mondo è mondo tocca a un allenatore trasformarla in squadra.

Massimo Vitali

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