"Porto l’amore per la Virtus ed entusiasmo"

Abbio vinse anche il triplete con la V nera, ora è il responsabile tecnico del settore giovanile: "Darò molta importanza all’educazione".

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di Massimo Selleri

Due Euroleghe, tre scudetti, quattro Coppe Italia e una Supercoppa. Trofei tutti vinti con la maglia della Virtus e a questi bisogna aggiungere un oro e un argento europei vinti con la maglia della nazionale.

Uno così avrebbe tutte le ragioni per guardati dall’alto al basso, eppure Alessandro Abbio è rimasto quel ragazzo, anzi è diventato quell’adulto, umile e spontaneo che pensa più a quello che potrà fare rispetto a quel tanto che ha fatto. Ha lasciato la V nera nella lontana primavera del 2002 e l’ha ritrovata nel 2020, arrivando come nuovo responsabile tecnico del settore giovanile. Essendo stato anche il capitano della squadra bianconera che ha vinto l’ultima Eurolega, tanti avrebbero posto una marea di condizioni, lui ha semplicemente valutato se all’Arcoveggio c’erano i presupposti per fare quello che già da giocatore gli piaceva fare: insegnare la pallacanestro ai più giovani. Siccome c’erano ha detto sì all’ad Luca Baraldi e al direttore generale Paolo Ronci.

"E’ comprensibile – racconta Abbio – che la piazza mi ricordi per quello che sono stato stato, ma io oggi sono qui per allenare i giovani e vorrei essere apprezzato anche per questo. Ci sono dei punti di contatti tra questa esperienza e quella di allora e io spero di contaminare i ragazzi con la mia virtussinità. Siamo qui anche per educarli, per cui daremo importanza anche ai risultati scolastici. In palestra, poi, i telefonini non entrano, e fino a quando non si è usciti si resta off line. Questo è il nostro stile ed è lo stile che ho imparato alla V nera. L’altra cosa che non potrà cambiare è il soprannome. Io per tutti sarò sempre Picchio". Nei diversi passaggi riguardante il passato le lacrime rigano un volto sorridente.

"Da giocatore sono arrivato quando avevo 23 anni ed era il primo agosto del 1994. Me lo ricordo perché raggiunsi il Crb con una mezzora di ritardo e Alfredo Cazzola, il presidente di allora, mi riprese. Sono stati otto anni incredibili e ho ricordi bellissimi, così come credo di avere lasciato ricordi bellissimi. Ritornare è una cosa molto emozionante".

Il ruolo non è dei più semplici, perché bisogna formare giocatori che tengano il passo ad una prima squadra che vuole raggiungere l’Eurolega.

"Venni in Virtus dopo essere stato il migliore realizzatore della serie A2. In spogliatoio il mio posto era tra Augusto Binelli e Roberto Brunamonti, e non ero sicuramente al loro livello. Lo diventai lavorando con loro e cambiando tutto quello che facevo di sbagliato. Il nostro compito è quello di migliorare i ragazzi e fargli toccare il loro massimo, tenendo vivo il loro sogno di giocare a pallacanestro. Ognuno lo farà per il livello che potrà raggiungere e io credo che allenarci anche al PalaCusb ci sia di aiuto perché i ragazzi vedranno altri mondi sportivi e toccheranno con mano che c’è anche lo studio e la possibilità di essere atleti e contemporaneamente stare sui libri".

Ringraziati i vari allenatori del passato che lo hanno seguito nella sua formazione, nel giorno in cui è stato presentata la struttura del settore giovanile, Abbio non ha mancato di coinvolgere Tommaso Bergamini, il dirigente responsabile del vivaio.

Si tratta di un bel acquisto per la V nera, vista la sua lunga esperienza con l’Andrea Costa Imola, mentre nella passata stagione ha lavorato con Cento, e i tanti rapporti che ha intessuto con le società del territorio.

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