Run 5.30 Bologna 2022: in tremila di corsa per godersi l'alba

Tra i tanti volti noti c'è anche Romano Prodi con il figlio Giorgio: "E' una bellissima lucida follia". E quando la città si sveglia, i runner sono già sotto la doccia

Bologna, 10 giugno 2022 - La Run 5.30 chiama, Bologna risponde alla grande. Sono tremila, forse qualcosa di più, i runner delle Due Torri che si rassegnano all’idea di una ‘levataccia’ per assaporare il dolce risveglio di Bologna, tra le Due Torri e Piazza Maggiore, Piazza del Nettuno e via Rizzoli. C’è tanta voglia di ritrovarsi dopo che, causa pandemia, la Run 5.30, a Bologna, si era diviso tra riunioni carbonare tra amici (2020) e flash mob (2021).

Run 5,30 a Bologna, edizione 2022 (foto Schicchi)
Run 5,30 a Bologna, edizione 2022 (foto Schicchi)

 

C’è tanta Bologna e che l’aria sia cambiata, dal 2010, quando la Run 5.30 per la prima volta fece la sua comparsa all’ombra delle Due Torri, lo dimostrano i mille telefonini al cielo. Tutti pronti per la partenza, tutti decisi a scattarsi un selfie.

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Non c’è una classifica ufficiale, perché è una corsa senza cronometro, ma il più lesto di tutti è Alberto Berardi, 42 anni, che lavora da Decathlon, reparto runner. Alle sue spalle, quasi fosse un derby, ecco Paolo Zema, 31, dipendente di Cisalfa. Poi Nicolò Bertolino, 36 anni. Sulla linea della partenza ci sono gli ideatori di questa corsa, Sergio Bezzanti e Sabrina Severi. E ci sono Donatella Draghetti e Gino Santi, dirigenti dell’Uisp, l’ente di promozione che da subito ha creduto in questa corsa. In piazza i bersaglieri in pensione e Marcello Ciurlo che ha disegnato il tracciato. Non mancato i boy scout de Le Mura 2 che si occupano della distribuzione dell’acqua e delle ciliegie.

C’è Luca Rizzo Nervo che all’epoca della prima edizione, quando si partiva da Piazza del Baraccano, era assessore allo sport. “Una grande emozione - racconta -. Un  momento di festa per la città. Non ho dimenticato la prima esperienza, c’eravamo io e Macciantelli”.

C’è Romano Prodi, con il figlio Giorgio. L’ex premier sorride: “Perché sono qua? Come si dice a Bologna, finché dura…”. Poi il Professore illustra tre motivi per i quali la Run 5.30 è qualcosa di speciale. “Il primo è una specie di lucida follia - scherza - perché svegliarsi all’alba per correre e trovare migliaia di bolognesi è da considerarsi una scelta folle. Il secondo è che si corre senza disturbare nessuno. La città dorme, non ci sono clacson, non ci sono auto. Il terzo, forse, è il più suggestivo. Perché gustare Bologna all’alba è un’esperienza da vivere. La città è bella”.

Così legato alla Run 5.30, il Professore, da essere stato uno dei primi a guardare lontano. Si correva ancora partendo da Piazza Santo Stefano. “Prima o poi arriveremo in Piazza Maggiore”, disse. E in Piazza Maggiore si è arrivati. Ci sono migliaia di magliette bianche. C’è persino chi arriva da Brighton, come una coppia di inglesi, Evelyn e Simon. C’è chi, in piazza, non rinuncia al selfie. E, non ci crederete, ma uno dei più richiesti è proprio il fotografo del Carlino, Gianni Schicchi. Gianni scatta decine di foto, ma sono tante le persone che gli chiedono un selfie, quasi fosse una rock star. E a proposito di rock star c’è chi scherza dopo la fake news di qualche giorno prima. “Macché Bono - racconta uno -. Io ho fatto tutta la corsa accanto a Mick Jagger”.

Tra tanti nomi di personaggi mai visti, ce ne sono tanti in carne e ossa. L’assessora allo sport Roberta Li Calzi e Mattia Santori, consigliere per i grandi eventi. C’è Roberto De Paz ed è quasi derby, a livello comunale, tra Alfeo Brognara e Roberto Diolaiti. Lo sprint lo vince il primo, ma Diolaiti non perde il suo umorismo. “Ho fatto la lepre per i primi due chilometri…”.

Si ride e si scherza in piazza: c’è tanta voglia di rimettersi in gioco. C’è tanta gente e l’elenco dei presenti è sterminato. Dal mondo della pallacanestro ecco Federico Fucà, vice allenatore della Pallacanestro Reggiana, bolognese doc. E poi Giacomo Borsari, Marco Briolini, Maurizio Bonfiglioli (reduce da StraFerrara con la moglie Roberta), Stefano Soverini (patron della Run Tune Up), Stefano Lolli, Giacomo Borsari, Marco Parazza (che sceglie di festeggiare in modo insolito il sessantunesimo compleanno), Mirco Baroncini. C’è Daniele Menarini, direttore della rivista Correre. Non manca Stefano Dall’Ara, con lui Enrico Quarello, direttore politiche sociali di Coop Alleanza.

C’è tanta Bologna. Alle 6,30 Piazza Maggiore pullula di migliaia di bolognesi, che si rifocillano con le ciliegie e sono pronti per una doccia ristoratrice, prima di andare al lavoro. Alle 7 non c’è più traccia della corsa. E’ questa la magia e anche il segreto della 5.30. C’è solo il rumore delle saracinesche che vengono rialzate. Bologna è definitivamente sveglia, si può cominciare a lavorare. Ma ci sono almeno tremila persone che, a dispetto di una sveglia dura da digerire, vanno al lavoro con il sorriso sulle labbra.

Ecco uno dei motivi per cui almeno una volta l’anno, la 5.30 può essere un sacrificio piacevole da affrontare. “Ma l’anno prossimo partiamo alle 7,30”, urla qualche runner assonnato all’indirizzo di Donatella Draghetti, la signora dell’Uisp. Difficile che sia accontentato. Il format della 5.30 in fondo è bello così. E non si cambia.

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