Saccà, una scelta formato famiglia "In D per mio figlio e mio fratello"

"Grazie all’Omega ho potuto conciliare la nascita di Filippo Guglielmo e il lavoro. E ora gioco con Andrea"

Migration

di Giacomo Gelati

Un compromesso senza spigoli, per amor di famiglia, per amore del basket. Se la storia di Alessandro Saccà, l’ala catanese classe 1986 al secondo anno in maglia Omega e con una lunga militanza fra serie B e serie C (anche fra Salus, Bologna 2016 e Castel Guelfo), sembrava arrivata a un crocevia, è bastata la scelta più assennata per farlo restare sotto le Due Torri. L’arrivo del primogenito, la decisione di scendere di categoria in un progetto futuribile come quello del presidente Loris Lorenzoni. E il fratello Andrea come compagno di squadra.

"Lo scorso anno è nato mio figlio Filippo Guglielmo – spiega – e non avendo l’aiuto dei nonni a Bologna non avevo grosse alternative, o si smetteva di giocare, o dovevo trovare una dimensione tutta mia. La vicinanza da casa e il grande interesse dell’Omega sono stati determinanti per trovare un accordo che conciliasse vita privata, lavorativa e basket. Quest’anno in squadra ho anche mio fratello Andrea e questo è una nota positiva, è la prima volta che giochiamo assieme. Lavora qui e si è trasferito a Bologna a ridosso del primo lockdown".

L’approdo in Promozione e la salita in serie D.

"Non è stato semplicissimo ambientarsi e non lo dico con altezzosità, ma scendendo di categoria cambiano timing e spaziature in campo. Quest’anno, anche viste alcune rinunce in categorie più alte della D, molti sono scesi e il livello si è impennato".

I 22,3 punti di media, il roster ambizioso, il primo posto nel girone C dopo i successi con Cmb Ozzano, Giardini Margherita e Budrio.

"Quest’anno più che mai si vive alla giornata e ci sono squadre che non hanno ancora disputato una partita. Ora è difficile porsi degli obiettivi concreti, perché non si sa nemmeno se riusciremo a finire il campionato. Certo, viaggiamo a punteggio pieno e con una squadra esperta che è tra le favorite: le vittorie nette ci danno ragione, ma è anche vero che in due mesi abbiamo giocato tre partite ed è difficile trovare il ritmo. L’importante è fare bene quando abbiamo la possibilità di giocare, pertanto ad oggi l’obiettivo è vincere più partite possibile, poi vediamo se riusciamo a raggiungere un risultato, perché ci sono ancora tante lacune, fra interruzioni e problemi organizzativi".

Il privilegio di un giocatore.

"Ogni partita che giochiamo ci sentiamo dei privilegiati ed è giusto considerarci tali. Abbiamo avuto la possibilità di allenarci, sforare il coprifuoco e stare assieme, cosa che nessuno può fare. È qualcosa di simile alla normalità, ma con molti più controlli. Con tutte le difficoltà che riguardano il rispetto dei protocolli, se ci si pensa è quasi paradossale che mio figlio non sia andato a scuola per un mese, mentre io potevo andare ad allenarmi".

Il lavoro in casa Lgs SportLab della presidentessa Lorenza Guerra Seragnoli.

"Sono sette anni che sono qua e quando giocavo a Modena facevo la spola. Mi occupo di sponsorizzazioni durante gli eventi e gestiamo 40 atleti professionisti".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro