StraBologna 2019, la pioggia non ferma la festa

Testimonial d'eccezione come il nuotatore Marco Orsi e il campione di scherma Matteo Neri, associazioni, piccoli corridori ma anche tanta gente comune: ecco la carica dei 22mila

StraBologna 2019, la partenza (Foto Schicchi)

StraBologna 2019, la partenza (Foto Schicchi)

Bologna, 26 maggio 2019 – Se pensate che la pioggia potesse fermare l’edizione numero 40 di StraBologna siete fuori strada. Sì, forse qualcuno è rimasto a casa (e forse si è pure pentito), ma in via Rizzoli, al momento dello start, davanti alla fascia tricolore dell’assessore allo Sport Matteo Lepore si presentano in 22mila. Avete capito bene, 22mila: magari con le magliette verdi coperte dal marsupio, da una giacchetta a vento o da qualcosa che li riparasse dall’acqua. Ma sono davvero tanti che dicono sì alla corsa dell’Uisp per la gioia del presidente, Gino Santi e dell’organizzatore, Nicola Fornasari. “Siamo 22mila – dice Nicola – e, se ci fosse stato il sole, avremmo battuto qualsiasi record di presenza”.

Sole o meno la gente c’è. E ci sono i vip. Omar Bortolacelli è il modenese ma residente a Sant’Agata di 35 anni. Da otto ha perso l’uso delle gambe. Ma grazie all’esoscheletro è alla partenza, con le stampelle. “Lo sport è vita. Lo sport ha salvato la mia vita”, dice Omar tra gli applausi.

Non mancano i vip, si diceva. In corsa ci sono il comico Malandrino e soprattutto Venuste Niyongabo, bolognese d’adozione, oro ai Giochi di Atlanta nel 1996 sulla distanza dei 5mila metri. Il primo e storico oro olimpico per il Burundi. C’è Roberta Li Calzi che fa parte del Consiglio Comunale. Aveva promesso di essere pronta per la prova. In pantaloncini e maglietta è lì, per mettersi alla prova, insieme con gli altri bolognesi, con il sorriso sulle labbra.

Ci sono, in versione testimonial, due atleti top: Marco Orsi, il nuotatore e Matteo Neri, il campione di scherma. Ci sono i volti della gente normale. Il gruppo in maglia gialla “Corro per Gian Luca”, che va al passo o di corsa per onorare la memoria di un amico che non c’è più. C’è la Macelleria Tonelli di Lovoleto, con le maglie gialle e verdi. E una particolarità: nel 1980, sempre davanti alla fontana del Nettuno, alla prima edizione, c’erano anche loro. Magari con qualche capello nero in più. C’è Lorenzo Lo Preiato, che corre con i suoi sei by-pass. Ci sono le scuole, quelli della Reno Rugby con le loro maglie gialle e blu. Ci sono i Doves, con i loro caschi alla partenza, mentre la corsa viene chiusa dal gruppo Uisp plogging (con Marcello Ciurlo in testa, è il gruppo incaricato di ripulire il percorso da cartacce e rifiuti, per avere una corsa a impatto zero) caro al presidente Uisp Gino Santi e la squadra del Bologna 1928 EmilBanca, la squadra di rugby che prende parte al campionato cadetto. Sfilano via veloci. E se la pioggia sale d’intensità, pazienza. Si continua a correre con il sorriso sulle labbra. “StraBologna è il piacere di correre – dice Venuste Niyongabo -. Il cronometro non conta. Conta divertirsi, avere un primo approccio con la corsa, in allegria. Poi, se piace, si può continuare. Ma intanto è un momento felice per tutti”.

Sul palco, alla fine, tutti in fila per le premiazioni. Ci sono due assegni da 5mila euro l’uno per la Casa delle Donne e per il progetto Oplà. Ci sono tanti sorrisi. Ci sono i dirigenti di EmilBanca che premiano le scuole. Ci sono anche il direttore de il Resto del Carlino Paolo Giacomin e il responsabile delle pagine sportive Franco Caniato. Premiano le scuole Longhena. “Premiamo i lettori di domani”, sorride Giacomin. “Speriamo di premiare anche i campioni di domani”, aggiunge Caniato. Continua a piovere, ma la piazza resta gremita. StraBologna è un rito laico al quale la città non riesce a resistere. La festa può continuare. Anche se il meteo, questa volta, è stato abbastanza dispettoso.

 

 

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