di Marcello Giordano Ha contribuito a far esplodere il padel in Argentina negli anni Ottanta e nei primi anni 2000 si è trasferito in Spagna, ad Alicante, nel pieno della diffusione della disciplina. Ora è sbarcato a Funo di Argelato, per insegnare e per ripetere quella che lui definisce una magia: "La magia del padel. Non ho dubbi, sta accadendo ora in Italia quello che ho già vissuto due volte in Argentina e Spagna". A parlare è Amato ‘Tanito’ Mazzocchi, da Buenos Aires. "Ma questo è pure un ritorno a casa, per me". Tanito, così lo conoscono in tutto il mondo, ha il tono acuto e suadente e la parlata ritmica tipica dell’Argentina e nel suo soprannome, diventato marchio, c’è parte della sua storia. Tano è il soprannome con cui in Argentina chiamavano i napoletani: "E io sono nato in provincia a Moschiano, vicino ad Avellino, nel 1966. Quando avevo sette anni i miei emigrarono in Argentina portando con loro me e i miei fratelli, ovviamente". Di statura non è un gigante, Amato Mazzocchi, ed ecco spiegato Tanito, che con una racchetta in mano, invece, è un gigante. "Una volta per errore ho preso con una pallina un avversario in un occhio ed è svenuto". A vent’anni era un tennista di livello nazionale, un discreto sparring, nulla di che. Sbarcava il lunario con le lezioni, fino alla domanda che gli ha cambiato la vita: "Conosci il padel? Me lo insegni? Me lo chiese un’allieva. Io in realtà non lo conoscevo, mica potevo dire di no. Prenotai un campo e andammo a fare lezione, la prima volta l’allenai come se fosse un tennis su campo più piccolo". Fu una folgorazione, per lui e per l’intero Sud America, dove il padel è esploso con quarant’anni di anticipo. "Se qui avete campi da calcetto tra le case, in Argentina ci sono anche quelli da padel. ...
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