Fortitudo Bologna in vantaggio 33 minuti non bastano. Sconfitta a Trento

A Trento i biancoblù restano davanti per trentatré minuti raggiungendo anche il +12. Nel finale però Flaccadori cambia marcia

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FORTITUDO BOLOGNA

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DOLOMITI : Flaccadori 17, Saunders 11, Reynolds 8, Mezzanotte, Williams 15, Ladurner 7, Forray 10, Bradford 14, Conti 2, Dell’Anno ne. All. Molin.

KIGILI BOLOGNA: Durham 9, Gudmundsson 1, Aradori 20, Benzing 21, Groselle 10, Ashley 6, Procida 2, Baldasso 8, Zedda ne, Casali ne. All. Martino.

Arbitri: Rossi, Grigioni e Pepponi.

Note: parziali 17-25; 37-42; 58-63. Tiri da due: Trento 2451; Fortitudo 1636. Tiri da tre: 716; 1328. Tiri liberi: 1521; 611. Rimbalzi: 35; 39.

di Alessandro Gallo

La brutta notizia è che la Fortitudo, dopo la vittoria di Varese nell’anticipo, resta in zona retrocessione. Il rovescio della medaglia, però, è che Martino torna da Trento con la certezza di avere un gruppo di uomini veri, capaci di gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Cade in volata la Fortitudo che per 33 minuti comanda e lo fa con personalità, grazie alle triple di Benzing, alla lucidità e all’efficacia di Pietro Aradori.

Il problema è che gli uomini sono contati per le assenze, pesanti, del lungodegente Fantinelli, di capitan Mancinelli e dell’azzurro Totè.

Martino di fatto ha otto uomini da ruotare, ma per rendimento le possibilità si riducono ulteriormente perché l’islandese Gudmundsson sbaglia tutto il possibile, perché Procida è giovane e deve avere la possibilità di giocare e fare esperienza. Il problema è che il prospetto Nba incappa nella classica serata no.

Eppure con una ’sporca’ mezza dozzina la Fortitudo resta avanti con personalità.

Parte bene e, raggiunta a quota 6, prova a dare la prima spallata, grazie alle triple di Benzing al quale si aggiunge anche il play Durham. Nasce così un parziale di 0-12 che consente a Bologna di scappare, ma Lele Molin ha molte più risorse da gestire. E con gli uomini contati, Martino si trovare anche a misurarsi con il problema dei falli.

Trento si riavvicina fino al 27-28, poi la Fortitudo riparte di slancio, grazie al tiro dalla lunga distanza. Si va avanti a forza di spallate. Trento, con un canestro e tiro libero mette la testa avanti per la prima volta sul 47-46 dopo 23’, ma è un attimo, perché una tripla di Aradori riporta avanti l’Aquila. Fortitudo che firma l’ultimo vantaggio con una tripla di Baldasso, 65-66, poi tra tecnici (Gudmundsson e Durham) e soluzioni limitate in difesa, Trento prende coraggio.

Martino prova la carta della zona, ma Forray è in fiducia e il castello cade al primo tentativo. La Fortitudo sa che se vuole salvarsi dovrà essere capace di inventarsi qualche colpo in trasferta. A Trento, qualche segnale positivo, arriva. Però bisogna fare punti, perché le avversarie cominciano a muoversi e bisogna evitare quegli ultimi due posti che significano retrocessione in A2.

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