
Saliou Niang, in forza a Trento, ha già parlato da futuro virtussino. Il sogno, a destra, resta Gabriele Procida (Ciamillo)
Si apre una nuova pagina per il mondo Virtus. Nuova, ma fino a un certo punto. Perché sul ponte di comando resta Massimo Zanetti, presidente ormai da otto anni durante i quali, dopo la promozione in serie A – Zanetti fu coinvolto da Alberto Bucci, prima come sponsor – sono arrivate tre Supercoppe, uno scudetto, un’EuroCup e un Champions League. Oltre alla riconquista, con pieno merito, dell’Eurolega.
Zanetti al comando, chiusa la parentesi con Carlo Gherardi che ha dato il suo contributo al consolidamento del club ai piani alti e una società che, tra pochi mesi, dovrà rivedere il proprio budget.
Continuano le ricerche di un main sponsor, con il club che sarebbe anche disponibile a raddoppiare il marchio di maglia: uno per il campionato, uno per l’Eurolega.
Ma questi sono discorsi che saranno affrontati dal primo luglio in poi, da quando scatterà già la nuova stagione. La Virtus dovrà costruire una squadra sempre più a immagine e somiglianza di Dusko Ivanovic, il coach chiamato a prendere il posto del dimissionario Luca Banchi, poi finito in Turchia, che ha già ottenuto la conferma anche per la prossima stagione.
Squadra diversa perché Shengelia e Cordinier, almeno sulla carta, sono destinati a lasciare la compagnia.
Che Saliou Niang sia un promesso sposo bianconero già si è detto. Il giocatore, transitato anche in Fortitudo, è esploso in questa stagione a Trento. Grande talento fisico, Niang non ha un ruolo ancora ben definito. Proprio per questo la scelta della Virtus e di un maestro riconosciuto qual è Dusko Ivanovic, appare la scelta migliore e più efficace per crescere ancora. Niang si è dichiarato per il draft Nba, ma per essere riconosciuto a quei livelli, non può che mettersi in discussione in Eurolega. E Zanetti da tempo ha sottoscritto un accordo triennale. Indipendentemente dalla classifica finale – logico che la Virtus non giocherà con l’obiettivo di perdere – i bianconeri potranno maturare e alzare il proprio livello.
Non solo Niang perché, i rumors di mercato, hanno accostato il nome di Davide Casarin alla Virtus. Elemento giovane, in odor di nazionale, ha in comune con Niang la capacità di saper fare un po’ di tutto senza una specializzazione particolare.
Il sogno, in chiave azzurra, è quello di riportare a Bologna Gabriele Procida. Visto all’opera con la Fortitudo, nelle ultime stagioni ha giocato a Berlino con l’Alba. Contratto in scadenza: la Virtus potrebbe pensare a lui per rinforzare il pacchetto degli italiani dove gli intoccabili dovrebbero essere Hackett, Pajola, Diouf e Akele. Discorsi da affrontare con Belinelli e Polonara, entrambi in scadenza.
E poi non si può dimenticare, come straniero, Derrick Alston junior. A proposito di stranieri, Will Clyburn, in questo periodo fuori per infortunio, è titolare di un accordo con biennale. Anche con lui, probabilmente, la Virtus dovrà parlare. Con Ivanovic, che guiderà la squadra e con Paolo Ronci che dovrebbe costruirla come ha fatto in questi anni confrontandosi tanto con la proprietà, per questioni di budget, quanto con la parte tecnica. Per capire quali siano gli elementi più graditi a Dusko.
Poi, dal novembre 2026, ci sarà la nuova Arena alla Fiera. E lì, forse, partirà definitivamente la nuova Virtus 3.0.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su