ALESSANDRO GALLO
Virtus

Renato Villalta, settant’anni di canestri: una storia tutta bianconera

Razza piave, ma bolognese d’adozione, venne acquistato dall’avvocato Porelli per 400 milioni di lire. Al PalaDozza la mattonella dalla quale riusciva sempre a segnare

A sinistra, Renato Villalta a 70 anni, compiuti il 3 febbraio; a destra, il giovane campione in campo mentre indossa la maglia numero 10 della 'sua' Virtus

A sinistra, Renato Villalta a 70 anni, compiuti il 3 febbraio; a destra, il giovane campione in campo mentre indossa la maglia numero 10 della 'sua' Virtus

Bologna, 3 febbraio 2025 - Chissà, magari la famiglia gli farà trovare una bella torta a forma di mattonella. Renato Villalta, da Maserada sul Piave, compie 70 anni. Razza Piave, come si diceva una volta nel mondo dei canestri, ma bolognese d’adozione e di vita. Renato viene acquistato dall’avvocato Porelli per 400 milioni (di lire): nel 1976, da allora, praticamente, tranne una breve parentesi a Treviso (1989/1991) è sempre a Bologna.

Lavora qui, la sua famiglia è qui. La Virtus è qui. Già, una storia tutta in bianconero quella di Renato. A cominciare dalla mattonella per la quale urge una spiegazione. Almeno per i più giovani. Negli anni Settanta e Ottanta, la Virtus gioca le sue partite interne al palasport di Piazza Azzarita non ancora PalaDozza. E la leggenda narra che ci sia, sul parquet, una mattonella speciale. Renato appoggia il piede su quella mattonella, scocca il suo classico tiro - valorizzato dal cosiddetto schema L che Dan Peterson gli ha disegnato per giocate a due con John Roche - e il pallone fa sempre ciuff.

Ogni tiro un canestro. Forse è una leggenda, certo che Renato di soddisfazioni se ne è tolte tante. L’argento olimpico a Mosca con la Nazionale nel 1980. L’oro agli Europei, sempre in azzurro, nel 1983 in Francia. Poi due Coppe Italia con la Virtus. E gli scudetti 1979 e 1980. Anche lo scudetto forse più bello, quello del maggio 1984: quello della Stella. Con i gradi di capitano. Il successo al Palazzone di San Siro che non c’è più perché un anno dopo sarebbe caduto sotto il peso della neve. Primo giocatore al quale viene ritirata la maglia, la numero 10. Solo che il ritiro è ufficioso. Ci vorrà la numero 4 di Brunamonti, poi, per sdoganare la 10 di Renato e la 5 di Danilovic.

In mezzo a tutti questi canestri, il lavoro per i canestri. Il sindacato e anche per una parentesi, la presidenza Virtus.

Oggi Villalta fa 70 anni: auguri Renato. 70 anni di auguri pensando ai grandi compagni di nazionale - Dino Meneghin, Pierluigi Marzorati e Meo Sacchetti su tutti - quelli della Virtus, Roberto Brunamonti, Marco Bonamico, Gianni Bertolotti, Charlie Caglieris, Gigi Serafini, Augusto Binelli, Massimo Antonelli, Domenico Fantin. I grandi stranieri, Kresimir Cosic, Jim McMillian, Terry Driscoll, Jan Van Breda Kolff. E i tanti tecnici, Dan Peterson, Terry Driscoll, Sandro Gamba. Un tuffo nella storia.

La storia di Renato e della Virtus.