Vlahovic e Paredes: gol e sorrisi

Piegato il Lecce dopo un digiuno di vittorie di più di un mese. I due big si ritrovano, De Sciglio ko: crociato

di Paolo Grilli

E’ stato il pomeriggio tiepido dei ritorni. Se il corto muso a scapito del Lecce non può far gridare al miracolo in casa Juve, c’è più di un motivo di sorridere per Allegri. La Signora ritrova la vittoria in campionato dopo un mese e un digiuno durato quattro gare, ma soprattutto si riappropria del vero Vlahovic, autore di un gol... alla Vlahovic. Dusan, con quel destro dal limite per il 2-1, si è tolto di dosso chili di scorie emotive, e manda un messaggio anche alla proprietà: nel futuro di bianconeri, pur con tutti gli asterischi relativi alla giustizia sportiva, il leader può essere lui. Scusate il ritardo, sembra dire con la mimica di un’esultanza di puro sollievo il serbo, che non segnava da tre mesi in campionato, e da undici gare. Lo Stadium ha visto sfumare, finalmente, anche il paradosso di Paredes, il campione finora quasi invisibile. Suo il gol su punizione che ha aperto le marcature in una partita non facile per la Signora. Perché subito dopo, è arrivato il pari su rigore di Ceesay, decretato per il mani di Danilo. La possibilità di un altro match stregato come quello di Bologna era dietro l’angolo.

Ma poi una Juve frizzantella come quella vista al Dall’Ara ha saputo rialzare i giri, fino alla stoccata di Vlahovic. C’era stato anche spazio per una sontuosa combinazione fra Fagioli e Miretti, con il gol di quest’ultimo annullato per un fuorigioco di non più di dieci centimetri, certificato dal Var mentre nessuno allo Stadium, guardalinee compreso, se ne era potuto accorgere.

I due ragazzi della Next Gen anche nel finale del primo tempo hanno confezionato un’altra palla gol fallita di poco, sempre all’insegna di un audace suggerimento in verticale raramente visto nel corso di questa stagione bianconera.

Juve non speculativa, finalmente, e disposta anche a sbagliare nella sua ricerca del gol. Una franchezza sul campo che i tifosi apprezzano sempre. A inizio ripresa arrivano il quasi incredibile errore di Miretti sotto porta e il palo colto di testa da Danilo.

Poi arrivano i lampi del Lecce con Banda e Ceesay, anticipato quest’ultimo da un Bonucci eroico e bendato e poi fermato da un super intervento di Szczesny.

C’è spazio per Chiesa e Pogba, il risultato aperto non fa evaporare le emozioni allo Stadium. Allegri ha il tempo di infuriarsi per un finale gestito non al meglio, e non è una novità. E fa male a tutta la squadra l’infortunio di De Sciglio, che si rompe il crociato: lo stop sarà di diversi mesi.

Arrivano comunque tre punti al profumo di Champions. Non è la Juve che ci si aspettava nove mesi fa, ma qualcosa può nascere o rinascere, anche nella volata di questa stramba stagione, comunque vada a finire.