Bologna, 22 settembre 2012 - Capelli biondi lunghissimi, camicia a quadrettini bianchi e marroni un po’ preppy, nemmeno 32 anni. Blaine Cook, canadese, ha già nel suo curriculum la progettazione di Twitter per come lo conosciamo ora, con quello spazio in cui mettere nero su web un messaggio di 140 caratteri da sparare al mondo. Blaine ha lasciato Twitter qualche anno fa ed è un archistar del web, con la capacità di progettare il mondo digitale del futuro. È arrivato a Bologna a The Treasure of Frontend Island, una due giorni sul mondo digitale coi geni del web.

Come nascono pietre miliari della comunicazione come Twitter?
«Spesso per gioco, dove giocare significa provare e riprovare, fare ricerca, andare oltre l’ovvio. Al tempo in cui Jack Dorsey, programmatore come me di Odeo, ebbe l’idea di Twitter, stavamo perdendo tempo da tre anni con una piattaforma di podcasting. Era il 2006».

Secondo lei qual è la grande rivoluzione di Twitter?
«Una combinazione di fattori. Puoi fare un tweet dal telefono, dal computer, i messaggi sono corti e immediati, c’è una velocità di immissione ed emissione che ha cambiato il modo di relazionarsi».

Twitter ha aiutato la Primavera araba ma anche la rivoluzione ha aiutato il microblog a farsi conoscere...
«Per la gente è stato importante perché Twitter ha aiutato a far venir fuori internazionalmente l’oppressione militare, mentre Facebook veniva usato solo tra i giornalisti all’interno del Paese. Twitter è come un’agenzia di stampa bilaterale che permette uno scambio».

Dopo i blog, Facebook e Twitter quale sarà la prossima frontiera del digitale?
«Al momento ho una mia azienda che si chiama Poetica e lavoro sugli strumenti per scrivere sul web. L’alfabetizzazione un tempo riguardava la capacità di leggere ora riguarda quella di scrivere. Quindici anni fa l’idea che chiunque potesse pubblicare una cosa era impensabile. In futuro vorrei portare a tutti la possibilità di scrivere, di trovare facilmente un editor, di stamparsi un libro».