Vaccini, scontro totale: l'assessore Venturi contro i medici ribelli

Emilia Romagna, l’assessore alla Sanità contro la lettera di 120 camici bianchi che hanno definito "più sani i bimbi non vaccinati" GUIDA Tutto quello che c'è da sapere

Un bambino vaccinato (Ansa)

Un bambino vaccinato (Ansa)

Bologna, 29 ottobre 2015 - Vaccinazioni pediatriche, siamo allo scontro frontale. Ha avuto nientemeno che l’effetto della benzina sul fuoco la lettera - pubblicata ieri in esclusiva da il Resto del Carlino - inviata all’Istituto superiore della sanità da 120 medici che sostengono come i bambini non vaccinati godano di migliore salute rispetto a quelli sottoposti a vaccini. Da settimane la Regione è in prima fila in quella che ha definito «la lotta alla disinformazione» e il documento - sottoscritto da una ’fronda interna’ di una trentina di professionisti emiliano-romagnoli - ha inasprito drasticamente gli animi. Ne abbiamo parlato con Sergio Venturi, medico e assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna.

Come giudica la missiva?

«Siamo agli antipodi del pensiero di tutto il mondo scientifico. I vaccini sono forse la più grande conquista della medicina moderna. È proprio grazie ad essi se in Occidente sono scomparse terribili malattie. E questo non lo sostengo io, sono i fatti a dimostrarlo. Ognuno poi si assumerà la responsabilità di quello che afferma».

Sollecita dunque l’intervento dell’Ordine dei medici?

«Non è mio compito farlo. Ma sono certo che questo avverrà anche senza alcun invito. Fa parte delle questioni che deve affrontare».

Chiede sanzioni?

«Sono rispettoso dell’autonomia dell’Ordine. Sicuramente si occuperà dei discutibili contenuti del documento: verificherà con molta attenzione se sono rispettosi dell’etica o se ci sono violazioni...».

La Regione intanto lavora per una linea dura: più interventi gratuiti, ma decisa lotta all’obiezione...

«Non vogliamo costringere nessuno, certo che è in gioco la tenuta della comunità. E rimanere inermi può essere molto pericoloso».

Nella risoluzione approvata di recente dall’assemblea legislativa si parla di ’nuove modalità di intervento sull’inadempienza alle vaccinazioni’: cosa si intende nello specifico?

«Stiamo valutando quali possono essere le misure più opportune. Al vaglio anche le segnalazioni alle procure, ma non vorremmo poi intasarle con le centinaia di casi. Vedremo. Certo è che deve passare il messaggio che tutti dobbiamo assumerci una responsabilità molto seria nei confronti delle nuove generazioni».

Crede sia opportuno vietare l’accesso alla scuola pubblica dei bambini non vaccinati?

«Ci sono diversi diritti che vanno ottemperati, quello alla salute e allo studio. Dobbiamo però assolutamente tutelare i soggetti più deboli. E cioè quei piccoli che non possono essere vaccinati per problemi di salute e che per questo sono più esposti alle malattie veicolate da chi non è stato vaccinato per scelta. La questione verrà affrontata dal Parlamento».

Come valuta i genitori obiettori?

«Persone che fanno un cattivo servizio ai loro figli e all’intera comunità».

Gli immigrati come si pongono?

«Sono molto sensibili alle vaccinazioni, forse perchè nei loro Paesi hanno conosciuto le epidemie. Chi non vaccina i propri figli sono invece italiani, con una istruzione medio-alta e convinzioni sviluppate su internet dove le informazioni non verificate diventano la verità assoluta».

La rete diventa in questo caso dannosa?

«Certo. Sui social network si alimentano leggende pericolose. E il preoccupante risultato è che ricominciano a circolare virus che non vedevamo da anni. Le tristi cronache delle ultime settimane lo testimoniano. Al Sant’Orsola una piccola di un mese ha perso la vita a causa della pertosse. Non serve aggiungere altro».

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