{{IMG_SX}}Cesena, 24 aprile 2009 - Non si vedono ma si sentono, se riesci ad ascoltare bene, dai battiti di un cuore spesso generoso e forte di umanità. E se sei in grado di fermarti un attimo rischi di restare spiazzato più dalla tua ipocrisia che dalla sorpresa. Il popolo dei senzatetto è di 100 milioni nel mondo (stime delle Nazioni Unite) e può solo aumentare. Per sei mesi la scrittrice cesenate Liana Fadda è scesa in strada a contatto con questi abitanti del ‘civico zero’: a Roma, Milano, Bologna, Firenze, Bari. Con penna agile ne è uscito un racconto duro e reale dove cronaca e storia, le loro storie, vanno a braccetto e scorrono sui 'Binari della vita' un libro agile e profondo (150 pagine, 12.90 euro, edizioni Buca 18) appena uscito.

Come mai una scrittrice come lei, che tanto ha lavorato per i bambini, ha deciso di inserirsi tra coloro che tutti di solito evitano?
"Fin da piccola sono sempre rimasta incuriosita da quelli che vivono diversamente, in modo estremo".

Come sono state le strategie d’azione?
"Per sei mesi mi sono mossa con la mia amica Orietta e la mia cagnolina partendo dalle stazioni delle più importanti città d’Italia. Dai taxisti mi facevo suggerire dove i barboni si trovano di giorno e mi presentavo loro".
 

Dicendo la verità, col registratore in mano?
"Certo e solo il primo, a Roma, mi ha mandato via. Lì ho temuto che il libro restasse in bianco".

Invece?
"Sono sempre stata accolta bene, hanno bisogno di raccontarsi. Ne ho intervistati una cinquantina ma il volume 'Binari della vita' contiene venti autoritratti, 13 uomini e 7 donne".

Le chiedevano soldi?
"Mai, a ognuno di loro sono sufficienti 4 euro al giorno per vivere".

Si sono ridotti così per scelta oppure costretti dalla vita?
"Solo Stella a Bologna lo ha fatto per senso di libertà: era sposata, con figli. Gli altri sono stati trascinati da lutti, droga, delusioni d’amore, disagi mentali, violenze subite da piccoli. Alcuni vivono in strada da 30, 40 anni". 

Hanno delle regole?
"Inderogabili: a domani ci si pensa domani; ognuno per sè; nessuno ascolta le problematiche degli altri".

Come riescono a racimolare quel poco per sopravvivere?
"Furtarelli, elemosina, rivendono oggetti prelevati dalle discariche".

Ma non hanno paura dei tanti pericoli?
"Sono terrorizzati d’essere aggrediti. Casi come quello di Rimini, dove a un barbone è stato appiccato il fuoco, sono frequenti. Naziskin e rumeni sono i loro nemici. Prendono sonno tenendo un occhio sempre aperto".

Il dove dormire sarà un grande problema?
"Enorme e non solo d’inverno per il freddo. Strade, stazioni, lungo i binari, nei cimiteri ecco i posti che preferiscono".

Anche nei cimiteri?
"E’ il luogo che considerano più tranquillo, sostengono infatti che bisogna avere paura dei vivi, non dei morti. Geremia, storico barbone bolognese e sosia di Augusto Daolio dei Nomadi, a volte va a dormire sulla tomba del cantante a Novellara".

E’ vero che girano continuamente, sporchi e ubriachi?
"Fanno sistematicamente il tour delle parrocchie per la ‘questua’. Di solito non sono sporchi, anzi tra loro è una discriminante. Invece sono semialcolizzati ma serve anche per stordirsi e poter dormire".

Quali qualità hanno?
"Sono sensibili, alcuni colti e laureati: c’è chi scrive poesie, racconti di fantascienza. Hanno quasi tutti famiglia e rapporti inesistenti con i parenti. Ti dicono che non hanno tempo per pensare ai figli poi se gli chiedi di loro ti accorgi che piangono".

Ha mai avuto paura?
"Sì e non per colpa loro. A Roma sono stata minacciata dai naziskin".

Quale caso le è rimasto particolarmente impresso?
"A Firenze una donna che non aveva mai avuto rapporti si sposò, rifiutava di fare sesso col marito che la violentò brutalmente. Iniziò a bere ed ebbe una relazione anche con uno dei personaggi accusati (poi assolto) di essere stato il mostro di Firenze. Anzi mi ha sempre detto che il vero mostro non è mai stato individuato".

E a Cesena, la sua città, ha conosciuto dei barboni?
"Ne ho trovata una sola, vicino al duomo e non ne parlo nel libro. Un giorno le ho portato piadina e aranciata, ha rifiutato dicendo che il suo problema non è mangiare".

Li racconterà di nuovo?
"No, sto lavorando a un volume sui serial killer; non le ho forse detto che mi hanno sempre incuriosito le persone estreme?".