Cesena calcio, il curatore chiede 88 milioni

Il 12 novembre a Bologna inizierà l’azione di responsabilità contro amministratori, sindaci e revisiori dei bianconeri e il Chievo-Verona

Giorgio Lugaresi ex presidente dell’Associazione Calcio Cesena spa

Giorgio Lugaresi ex presidente dell’Associazione Calcio Cesena spa

Cesena, 31 ottobre 2020 - Mancano meno di due settimane all’inizio del processo civile (tecnicamente viene definito ‘azione di responsabilità’) intentato dal curatore fallimentare dell’Associazione Calcio Cesena, il commercialista bolognese Mauro Morelli, a quelli che (secondo lui) hanno causato il dissesto dei conti del sodaliazio calcistico fino alla bancarotta sancita dal tribunale nell’agosto 2018. Il processo si svolgerà a Bologna, presso la sezione specializzata in materia di imprese, davanti al giudice Silvia Romagnoli; la prima udienza è fissata per giovedì 12 novembre e in questi giorni gli avvocati che difendono i 24 convenuti stanno presentando corpose memorie di costituzione per contestare la ricostruzione prospettata dall’avvocato Luigi Balestra per conto della curatela fallimentare dell’Ac Cesena. Chiamati in causa sono gli ex amministratori (con in testa l’ex presidente Giorgio Lugaresi), sindaci e revisori legali dell’Ac Cesena, ma anche l’Associazione Calcio Chievo-Verona col suo presidente Luca Campedelli e i principali dirigenti, la società di revisione Audirevi e il suo amministratore delegato Alfonso Laratta. Non è necessario leggere l’atto di citazione della curatela fallimentare per capire che il nodo centrale che ha causato il dissesto dell’Ac Cesena viene considerato la compravendita di calciatori, per lo più giovani e giovanissimi, a cifre di gran lunga superiori a quelle di mercato, allo scopo di gonfiare i bilanci per raggiungere i parametri necessari a iscriversi ai campionati, quindi a proseguire l’attività percependo i contributi messi a disposizione principalmente grazie alla cessione dei diritti televisivi.

Sorprende un po’ la chiamata in causa degli amministratori del Chievo, ma bisogna considerare che alla famiglia Campdelli fa capo l’industria dolciaria Paluani, azionista di maggioranza della società calcistica veronese, ed evidentemente il curatore fallimentare va a cercare di recuperare soldi dove è convinto di trovarli. Infatti sul fronte dei soci-amministratori dellì’Ac Cesena la situazione è più complessa: ci sono persone chiamate a risarcire i danni causati dal fallimento, ma che a loro volta sono creditori di ingenti somme avendo elargito finanziamenti per fare fronte alle esigenze che via via si presentavano. Poi c’è chi risulta nullatenente o quasi, e chi si è coperto le spalle cedendo i beni, soprattutto immobili, prima del fallimento, e chi ha conferito i suoi averi a fondi patrimoniali difficilmente aggredibili. In totale la richiesta avanzata dal curatore del fallimento Mauro Morelli è di 88 milioni di euro così suddivisi: 40 milioni per effetto dello svincolo dei calciatori; 25 milioni per i debiti tributari e previdenziali; 1,7 milioni per l’acquisizione delle quote di partecipazione della società Eurocostruzioni; 4,4 milioni per il rimborso di finanziamenti a soci; 1,9 milioni per il mancato incasso di un credito; 1 milione trasferito alla società controllante Cesena & Co per versamento dell’Iva di gruppo e 700mila euro corrisposti alla stessa capogruppo per la gestione amministrativa dell’Iva di gruppo; 119mila euro corrisposti alla società Cai Logistica che faceva capo a Giorgio Lugaresi e alla moglie: infine ci sono quasi 13 milioni per la perdita dell’avviamento.