Cesena, 30 marzo 2011 - Sicuramente nell’ultimo secolo il linguaggio è molto cambiato. Al giorno d’oggi si sente spesso parlare di un progressivo ‘’impoverimento’’ dell’italiano, associato in particolare ai giovani ed alle loro comunicazioni tramite gli SMS e i social network. Molti professori e studiosi considerano il linguaggio della chat negativo per i ragazzi e per la lingua, perché pieno di abbreviazioni.

In effetti vi è una tendenza da parte dei ragazzi nelle chat e nei messaggi ad abbreviare le parole per rendere la comunicazione istantanea: la parola “perché” diventa “xkè”, “comunque” diventa “cmq”, “però” si trasforma in “xò”… Inoltre i ragazzi si destreggiano nel creare le parole più stravaganti e originali per esprimere concetti del tutto comuni: all’inglese “lol”, che viene utilizzato per comunicare divertimento e ilarità, fino al tedesco “Gardinenpredigt”, che viene inserito in un contesto per indicare una sgridata o un rimprovero. Ci si può anche imbattere in un turbine di vocaboli quali: xD, asd, D:, pff e tsk…e la cosa che più colpisce è che gran parte di essi non ha nemmeno significato.

Questo linguaggio può essere considerato come una semplificazione e banalizzazione della lingua italiana, tuttavia varie ricerche hanno dimostrato che, nonostante la semplificazione lessicale, nelle chat e negli sms si comunica in genere con molta accuratezza, rispettando le basilari regole grammaticali e sintattiche; perciò non è detto che questo modo di comunicare sia sempre controproducente per la lingua. Senz’altro, come ogni linguaggio in codice, anche questo conferisce a chi lo utilizza un senso di appartenenza alla categoria dei giovani tecnologicamente avanzati.