Orietta Berti in concerto a Gatteo. "Troppi selfie. Il cellulare? Non ce l'ho"

Al live di stasera a Gatteo Mare, Giardini don Guanella, per la Notte del liscio

Orietta Berti parla della Romagna

Orietta Berti parla della Romagna

Gatteo Mare, 15 giugno 2019 - Orietta Berti è così: le chiedi un ricordo di Romagna, potrebbe citarti quei millanta concerti che ci avrà tenuto in carriera (51 anni su un palco, dal Voci Nuove di Reggio nel ‘61 – aveva 18 anni – al live di stasera a Gatteo Mare, Giardini don Guanella, per la Notte del liscio) e invece risponde che “in Romagna, certo, ci venivo tutte le estati, con mio marito e i figli, in spiaggia”. È il jet-set d’altri tempi. Di quando si suonava per campare, ed ecco allora i tour infiniti, i 45 giri per centellinare le uscite, le cartoline autografate.

Signora Berti, oggi immagino anche per lei sia tutto un selfie. “Ci vogliono almeno un’ora prima del concerto e un’ora dopo, per le foto, le telefonate al parente che non è potuto venire, i selfie con due, tre cellulari diversi per ciascuno”.

Lei con il cellulare che rapporto ha? “Ottimo: non ce l’ho”.

Mai avuto? “Ne ho avuti tre e li ho persi. Poi mio marito ha smesso di comprarmene”.

Una volta anche il marketing ai concerti era diverso. “C’erano i dischi: veniva un emissario dalla casa discografica e si metteva a venderli in fondo alla piazza. Oggi attorno a me vedo tazze, tazzine, magliette col mio volto... alla gente piacciono”.

E a lei cosa piace? “Quando qualcuno viene a farsi firmare un vecchio vinile. Li invidio molto, sa, io non ce li ho più”.

Com’è possibile, scusi? “Sa quanti ne inviava a casa l’etichetta all’epoca? Uno. Poi succedeva che io ero sempre in tournée, e a casa veniva la zia, la cugina, la vicina, e mia mamma diceva: tieni, tieni, ti do un disco di Orietta (ride). Ora un mio amico sta girando i mercatini per ritrovarmeli. Li vorrei per ricordo, sa, per i miei figli”.

I suoi figli cosa dicono di tutti i suoi impegni? “Sono loro a convincermi a fare ancora tante cose. Ad esempio Masterchef. Io ho sempre detto di no. Poi loro hanno insistito, erano divertiti all’idea. Li ho accontentati”.

Meglio la tv o i concerti? “I concerti, senza dubbio. La tv è finta, vedi solo luci, gobbi, stelline. Ai concerti posso parlare con la gente, guardarla in faccia, capire se si diverte”.

E si diverte? “Sembra di sì. Cantano i brani, ballano al minimo accenno di ritmo. In Romagna, poi...”

Ballano di più? “E’ sempre stato così, fin dagli esordi: arrivavo in una piazza in Romagna, salivo sul palco, partiva la prima nota ed erano già tutti a ballare. I romagnoli sono un popolo immenso: simpatici, dinamici, intelligenti, è un piacere venire qui”.

Lei può far classifiche, visto che ha suonato in tutto il mondo. “Ora all’estero vado di meno. Colpa della tv, che mi impegna soprattutto d’inverno, quando prima in genere partivo per cantare all’estero”.

In tv lei però funziona molto, sarà perché è genuina. “Mi piace sentirmi una di famiglia, come ai miei concerti, quando si presentano insieme nonne, figli, nipoti, ed è una gioia vederli cantare le mie canzoni”.

Trovi un italiano, di qualunque età, che non sappia le parole di ‘Finché la barca va. “Ho avuto ottimi parolieri, ironici, semplici, allegri. Oggi invece l’ironia non va più di moda. Nelle canzoni si prediligono i grandi concetti, i paroloni, i testi infiniti. E poi si lamentano che, ai concerti, nessuno ricorda le parole”.

Sarebbe il caso di darle ascolto, avendo venduto ‘qualche disco’ in carriera. A proposito, quanti? “Venti milioni. Quattro d’oro, due d’argento, uno di platino”.

Che ai suoi tempi valeva 100mila copie reali. Oggi sono 50mila, ma valgono anche gli ascolti su Internet. “Eh, ai miei tempi con quelle cifre ti davano un disco di cartone!”.