Cesena, 11 maggio 2011 - Ora parla il dolore, quello che ha frantumato la vita della famiglia di Stefania Garattoni (foto), la 20enne studentessa uccisa il 9 marzo scorso dall’ ex fidanzato Luca Lorenzini. E’ la prima volta che i parenti della ragazza escono da un silenzio fatto di dignità innata per una ferita che non potrà mai avere cicatrice.

I genitori, l’ispettore della polstrada Orazio e la moglie Francesca insieme agli zii Agostino Urbini e alla consorte, hanno scelto di farlo sotto gli occhi del legale Carlotta Mattei che li segue non solo col ‘codice in mano’ ma col cuore di mamma. Ieri Stefania avrebbe avuto l’esame per l’abilitazione alla maturità nell’istituto privato che frequentava e davanti al quale è stata stroncata la sua vita. Sarebbe stato il primo ‘pass’ per i suoi sogni: l’università, il Dams, la passione per la storia dell’arte. Tanta voglia di un futuro che non ci sarà mai. Lo zio Agostino e i genitori di Stefania sono una ‘squadra’ compatta, quasi una famiglia sola, abitano di fianco e hanno sempre Stefania negli occhi. Ora hanno scelto di parlare, nessun spazio al lato processuale ma solo a quello umano: emozioni, sentimenti, una sofferenza perenne. «Senza polemica —dice zio Agostino — abbiamo dato voce per la prima volta al nostro dolore. In questi casi si parla molto dell’assassino e poco della vittima, si rischia di dimenticarla. La nostra famiglia è compatta in questa tragedia che ci sconvolge, inoltre ci sono i fratellini di Stefania da crescere con equilibrio. Loro chiedono già il perchè. Spesso è sufficiente incontrare il soggetto sbagliato e tutto cambia, così è stato per mia nipote».

 E sulla sua ‘Ste’, dolce, sensibile e intelligente, mamma Francesca ha trasferito in una lettera i battiti del proprio cuore. E spicca una frase perentoria, naturale «non potremo mai e dico mai perdonare». Papà Orazio aggiunge che nessuno della famiglia Lorenzini si è fatto avanti per le scuse ma spiega che «comunque non avrebbero senso, non è un incidente stradale. Mia figlia era molto cambiata, ha incontrato la persona sbagliata. Quel ragazzo lo avevamo accolto come un figlio poi abbiamo notato certi comportamenti che non andavano, ne avevo parlato anche con lui. Ora chiedo solo giustizia».