Cesena, 3 aprile 2013 - La Guardia di Finanza di Cesena, nell’ambito della quotidiana attività di controllo economico del territorio, ha portato a termine un’importante operazione che si è conclusa con il sequestro di oltre 1300 reperti archeologici, quali monete, monili vari e oggetti in terracotta di epoche romana, di interesse storico culturale e archeologico.


L’operazione ha avuto inizio dai normali controlli per l’emissione di scontrini fiscali, effettuati all’interno della Fiera dell’Antiquariato che,  mensilmente, viene realizzata all’interno della Fiera di Cesena in località Pievesistina, nell’ambito dei quali i finanzieri hanno notato che uno degli standisti  (P.G. di anni 47, originario di Rimini ma di fatto residente a Cesena), era intento a vendere numerosi oggetti tra cui monete, anelli e altri oggetti in terracotta, appartenenti alle civiltà romane, greche, bizantine e medievali.
 

Le monete, alcune in pessimo stato di conservazione, altre finemente custodite in scatole di velluto, venivano vendute al pubblico con prezzi che oscillavano dalle poche decine di euro fino a 500 euro al pezzo per le monete più rare tipo i “sesterzi romani”.
 

Ulteriori controlli sono stati estesi agli altri hobbisti presenti all’interno della fiera individuando un altro espositore (A.A .di anni 66 di Bertinoro) che, tra i vari oggetti presenti sul banco, esponeva in vendita analogo materiale e nei cui confronti si è proceduto al sequestro di circa 100 monete, romane e greche, e di un vaso di terracotta di epoca etrusca.
 

Nel totale, i controlli effettuati a tutela del patrimonio artistico e culturale hanno permesso di sottoporre a sequestro circa 400 monete, oltre 100 anelli e medaglie in bronzo e ferro, circa 200 monili di origine romana, oltre 500 monili medioevali e numerose statuette raffiguranti divinità pagane di epoche etrusche e romane.
 

La merce sequestrata, che come dichiarato dai venditori era stata rinvenuta casualmente sotto terra, ricevuta da altri collezionisti ovvero acquistata all’asta, è stata sottoposta ad una perizia tecnica da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici la quale ne ha confermato l’autenticità  e il valore storico. I due hobbisti sono stati denunciati alla locale Procura della Repubblica per il reato di impossessamento illecito di beni culturali  di interesse storico  appartenenti allo Stato e rischiano una condanna fino a 3 anni di reclusione.