Cesena, 11 aprile 2013 - SEI ANNI di reclusione per associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione medica. È questa la condanna inflitta ieri ad Ebe Giorgini, 80 anni compiuti il 17 marzo, dalla prima sezione penale della Corte d’Appello del Tribunale di Firenze. Rispetto alla condanna di primo grado, in tribunale, a Pistoia, il 17 gennaio 2012, la pena diminuisce di due anni e mezzo, perché la santona di Carpineta e di San Baronto, che non era presente in aula, è stata giudicata innocente rispetto all’accusa di truffa, che decade anche per gli altri imputati.


Condannati anche Gabriele Casotto, 56 anni, di Cesena (a quattro anni e otto mesi, in primo grado fu condannato a 6 anni e 6 mesi); Carmela Lo Conte, 76 anni di Larciano (a 2 anni, in primo grado furono 3 anni e 6 mesi); Rita Andrenacci, 66 anni di Gualdo (a un anno e sei mesi, pena ridotta di un anno) e Cecilia Bertacchi, 58 anni, di Siena (un anno e quattro mesi, in primo grado furono due anni e sei mesi). Le pene per Bertacchi, Lo Conte e Andrenacci, sono state sospese.
 

Assolti con la formula piena, perché il fatto non sussiste, Marco Gabbriellini (33 anni, di Lamporecchio), Alfredo Niccolai (59 anni, di Serravalle), Daniela D’Alessio (29 anni, di Roma), Maria Pia Graziadei (71 anni, di Larciano), Giovanna Bartolini (64 anni, della provincia di Perugia), Clara Maccari (51 anni, di Radicofani, Siena) e Laura Gesualda Mariotti (79 anni, di Larciano).
 

Al momento della sentenza, letta nell’aula 13 del nuovo palazzo di giustizia fiorentino intorno alle ore 13 e 15, dopo quasi quattro ore di camera di consiglio, in molti tra i presenti, imputati assolti, amici e parenti, sono scoppiati in un pianto liberatorio: «E’ la fine di una persecuzione vera e propria, non vi erano prove, ma la Procura ha voluto farci vivere ugualmente questo incubo. Siamo felici che tutto sia finito, anche perché non abbiamo mai fatto del male a nessuno».
 

«Continueremo la nostra battaglia — ci ha detto dopo la lettura della sentenza l’avvocato Marco Ammannato, che difende la Giorgini insieme al padre Danilo — e, dopo aver letto con attenzione le motivazioni di questa condanna, ricorreremo alla Corte di Cassazione. Uno dei pochi aspetti che mi regala speranza è che è stata cancellata la condanna per truffa, anche perché non vi era stata una sola persona costituitasi parte civile. È difficile pensare ad una truffa senza un truffato». La corte ha infine respinto la richiesta di Ammannato di trasformare gli arresti domiciliari nell’obbligo di presentarsi presso un ufficio di Polizia Giudiziaria e ha disposto il dissequestro dei beni.
 

Il processo scaturiva, come si ricorderà dagli arresti dell’11 giugno del 2010, a San Baronto, dopo le indagini dei carabinieri di Quarrata, sotto la direzione del sostituto procuratore Francesco Sottosanti.
E, nei giorni scorsi, si è appreso, si è estinto, per avvenuta prescrizione di tutti reati per tutti gli imputati coinvolti (alcuni, tra cui Giorgini e Casotto, erano gli stessi), il processo pistoiese (per i fatti del 2004) dopo gli arresti di Cesena. Mamma Ebe era stata condannata, a Forlì, a sei anni di reclusione, pena confermata in appello.