Ac Cesena, pezzi vanno al macero

Il processo per i lavori allo stadio nel 2011 e per il ‘nevone’ sotto la mannaia della prescrizione

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di Paolo Morelli

Si trascina stancamente verso un’ingloriosa fine il processo per i lavori eseguiti allo stadio di Cesena e al centro sportivo Villa Silvia in occasione della promozione in serie A dell’Ac Cesena e del ‘nevone’ che mise a dura prova la Romagna nel 2012. Secondo la Procura della Repubblica quei lavori furono il tramite per ‘sfilare’ dalle casse dell’Ac Cesena una parte corposa dei quattro milioni di euro impiegati ufficialmente.

Infatti a più di dieci anni di distanza dal ‘nevone’ il processo di primo grado non è ancora terminato e a ogni udienza si fanno i conti di quali e quanti capi d’imputazione sono già caduti in prescrizione e quali altri sono in procinto di arrivare al classico colpo di spugna.

Il processo che si sta svolgendo davanti al collegio giudicante formato da Ilaria Rosati (presidente), Marco de Leva ed Elisabetta Giorgi, è arrivato all’ottava udienza; prima di arrivare alla fine ne serviranno almeno altre cinque o sei.

Gli imputati sono nove: l’allora presidente Igor Campedelli, foto (difeso dall’avvocato Fabio Bellonidi Milano), l’imprenditore turistico Potito Trovato di Gatteo (difeso dall’avvocato Antonio Baldacci), gli imprenditori edili Coclite Mastrorazio di Pescara, Ilir Aslani (difesi dall’avvocato Fabrizio Briganti) e Paulin Camai, e il commercialista Luca Leoni (difeso dall’avvocato Alessandro Sintucci), il commercialista Luca Mancini, allora vice presidente (difeso dall’avvocato Tommaso Guerini), l’ex calciatore e poi dirigente dell’Ac Cesena Maurizio Marin (difeso dall’avvocato Luca Ferrini) e Giorgio Lugaresi (difeso dall’avvocato Giovani Maio) che fece partire l’inchiesta con un corposo esposto-denuncia nel quale lanciava pesanti accuse, e poi da grande accusatore si è ritrovato imputato per aver firmato la dichiarazione Iva relativa all’anno 2012-2013.

Ieri c’è stata l’ottava udienza nella quale sono stati ascoltati alcuni testimoni. In particolare è stata interrogata una segretaria che era alle dipendenze delle società che facevano capo a Igor Campedelli: ha riferito che spesso capitava che in occasione di pagamenti alle aziende, parte della somma venisse versata nei conti personali di Campedelli, giustificando i versamenti come restituzione finanziamento soci, per una somma complessiva di 600.000 euro.

In chiusura dell’udienza è emerso che diversi capi d’imputazione sono già prescritti e altri stanno per esserlo. Tra questi c’è quello che riguarda Luca Mancini che dovrebbe quindi uscire dal processo nella prossima udienza, fissata per il 22 novembre, quando sono in programma la conclusione della testimonianza del luogotenente della guardia di finanza Michele Roberto e le deposizioni di Giorgio Lugaresi e Luca Leoni.