PAOLO MORELLI
Cronaca

"Adeguate i salari delle coop sociali". Vanno equiparati a Federambiente

Respinto il ricorso delle aziende multiutility contro la decisione della Corte d’appello di Bologna

Un operatore della raccolta differenziata dei rifiuti (foto di repertorio)

Un operatore della raccolta differenziata dei rifiuti (foto di repertorio)

Il 13 maggio scorso la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di Hera, Ciclat e Cfa dopo che la Corte di Appello di Bologna aveva riconosciuto il trattamento economico e normativo non inferiore a quello stabilito dal contratto collettivo dei servizi ambientali di Federambiente che la società aggiudicataria avrebbe dovuto applicare a cinque lavoratori impiegati nell’appalto. Lo comunica l’Unione Sindacale di Base lavoro privato della provincia di Forlì-Cesena, sottolineando che l’articolo 8 del Contratto collettivo nazionale di lavoro dei servizi ambientali, sottoscritto il 17 giugno 2011 da FederAmbiente con Cgil, Cisl e Uil, disciplina l’esternalizzazione dei servizi ambientali anche attraverso l’appalto, vincolando il committente ad alcuni obblighi, tra i quali fare applicare alle società appaltatrici lo stesso trattamento economico e normativo del Ccnl di settore e non, come in questo caso, il contratto delle cooperative sociali con differenze retributive e contributive inferiori di parecchie centinaia di euro mensili.

"Un accordo – sottolinea l’Unione Sindacale di Base – che le tre organizzazioni sindacali firmatarie si sono sempre ben guardate dal fare applicare".

Il sindacato di base auspica che questa decisione della Cassazione lasci ben sperare per le decine di lavoratori delle coop sociali addetti all’igiene ambientale della nostra provincia e della Romagna, impegnati nei ricorsi ai Tribunali del lavoro da ben 7-8 anni. "Una vertenza – sottolineano – supportata da scioperi e presidi promossi dalle forze del sindacalismo di base andando incontro a provvedimenti disciplinari, minacce e finanche a un licenziamento politico in una coop di Rimini".

"Ora – conclude il comunicato – anche il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, che è attualmente presidente di Atersir, prenda atto di quanto stabilito dalla Cassazione: approvare in Consiglio comunale mozioni sul salario minimo a 9 euro all’ora rischia di essere solo propaganda se non si è conseguenti. Il Comune di Cesena è azionista di Hera, insieme agli altri comuni della regione, e fruitore finale del servizio. Si adoperi fattivamente affinché venga garantito l’equo trattamento ai lavoratori delle coop sociali dell’igiene ambientale".