
Aggressioni ai sanitari: il punto di cosa sta succedendo a Cesena. Nel riquadro, Francesca Gnudi, responsabile dell’unità operativa di prevenzione e protezione
Cesena, 15 marzo 2025 – Un’altra notte da incubo per i sanitari cesenati. Agenti del commissariato di polizia di Cesena sono intervenuti presso l’ospedale Bufalini a seguito di richiesta da parte del personale sanitario.
Gli operatori sono arrivati presso il pronto soccorso hanno appurato che una paziente, in stato di escandescenza dovuto all’assunzione di sostanze alcoliche, poco prima aveva aggredito fisicamente un’infermiera colpendola con calci e pugni e minacciato il medico in servizio procurando altresì danni ai suppellettili degli ambulatori e grave turbativa all’interno di detto reparto. La donna è stata rintracciata e arrestata in differita.
“Dobbiamo tutti insieme lavorare affinché il personale possa lavorare nella massima sicurezza - ha detto Maria Antonietta Pedrelli sindacalista della Cisl FP Romagna - così come i cittadini devono poter sentirsi al sicuro all’interno delle strutture ospedaliere. Chi compie una aggressione deve essere punito severamente”. Stesso concetto espresso da Alice Buonguerrieri e Luca Pestelli di Fratelli d’Italia: “Violenza inaccettabile”.
L’intervista
Non aumentano (contrariamente al trend regionale che registra un più 11,7 per cento) i casi cesenati di aggressione agli operatori sanitari. Ma come si fa a rallegrarsene considerato che neppure diminuiscono? “Il trend del 2024 è sovrapponibile a quello dello scorso anno, ossia 101 sono state le segnalazioni del 2023 e 100 sono quelle registrate nel 2024”, informa la dottoressa Francesca Gnudi, responsabile dell’unità operativa di Prevenzione e Protezione dell’Ausl Romagna.
Dottoressa Gnudi che tipologie di aggressioni sono comprese in questi numeri?
“Quelle fisiche, quelle verbali e quelle contro la proprietà, ossia il danneggiamento e le distruzione di arredi e suppellettili”.
Anche le aggressioni fisiche, quelle più pericolose e riprovevoli, sono rimaste costanti?
“Sì. Nel territorio cesenate, quindi non solo all’ospedale Bufalini, nel 2024 ne sono state registrate 23. Si tratta di aggressioni in cui l’operatore ha subito contatto fisico minaccioso da parte dell’utente. Di queste, sei sono esitate in infortuni, ed hanno previsto l’apertura di un fascicolo Inail. Vengono segnalata anche le aggressioni da parte di pazienti in condizione di agitazione psico-motoria. Soggetti con deterioramento cognitivo e quadri patologici che implicano possibilità di aggressione e violenza. Casi in cui l’assalto non è detto che sia voluto ma effetto della patologia”.
Quali sono i reparti più esposti?
“Quelli delle cure primarie, palliative, la Medicina Riabilitativa e il Serd, il servizio contro le dipendenze”.
Cos’è che muove quest’aggressività verso gli operatori?
“Se guardiamo il dato generale vediamo che è il pronto soccorso quello che segnala di più”.
A causa delle attese?
“Al pronto soccorso la richiesta di prestazioni è cresciuta molto, e ciò determina tempi d’attesa probabilmente leggermente più lunghi di quelli a cui la cittadinanza è abituata, e la conseguenza è che aumenta un po’ l’aggressività da parte dell’utenza. Dal pronto soccorso arriva il 23 per cento delle segnalazioni”.
Ci sono altre cause da voi identificate?
“Forse anche l’agitazione e l’ansia innescate dalla patologia o dal suo esito”.
Quali misure ha messo in atto l’Ausl per contrastare questo riprovevole fenomeno?
“E’ stata potenziata la presenza del posto di polizia all’interno del pronto soccorso. Al Bufalini è presente un agente dalle 8 alle 14. Tra breve tale servizio sarà attivo fino alle 19. C’è un vigilante presente h 24 e sette giorni su sette la cui funzione è di supporto agli operatori nell’attivazione di una rapida allerta delle forze dell’ordine. Non interviene, poiché possono farlo solo le forze dell’ordine chiamate tramite il servizio Punto a Punto, ossia una linea dedicata che attiva l’intervento nel più breve tempo possibile”.
C’è anche un piano per addestrare gli stessi operatori alla corretta reazione di fronte ad un’aggressione?
“E’ già attivo da ottobre 2024 a Ravenna e Rimini, e tra breve anche a Cesena (abbiamo avuto un incontro due giorni fa), un servizio all’interno del pronto soccorso con la presenza di uno psicologo per tre o quattro ore giornaliere”.
Che funzione ha?
“Supportare gli operatori negli aspetti relazionali e nel tentativo della descalation, in questo momento estremamente curati. Aiuta medici, infermieri e tecnici ad elaborare la giusta reazione in caso di aggressione”.